• “Fiume Sicuro?” – San Rocco – 30/10/2015


    Riprese degli interventi (dal canale youtube di SenigalliaBeneComune)
    1. Introduzione dell’avvocato Riccardo Pizzi e intervento del consigliere Giorgio Sartini
    2. Intervento dell’ingegnere Paolo Landi
    3. Intervento dell’ingegnere Giuseppe Fornaroli
    4. Intervento dell’ingegnere Massimo Gennaro
    5. Intervento del professore Paolo Turchi
    6. Intervento dell’ingegnere Vito Macchia
    7. Domande del pubblico
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  • Assemblea pubblica “Fiume Sicuro?”

    Senigallia Bene Comune organizza il 30 ottobre alle ore 21.00 all’auditorium San Rocco, sito in Piazza Garibaldi, n°1 a Senigallia, una Assemblea Pubblica sulla sicurezza del bacino idrografico del fiume Misa.

    “FIUME SICURO?”

    A distanza di 18 mesi dall’evento alluvionale del 3 maggio 2014 proviamo a fare il punto della situazione attuale.

    Assemblea pubblica "Fiume Sicuro"

    Interverranno come relatori:

    • Ingegnere Giuseppe Fornaroli
    • Ingegnere Massimo Gennaro
    • Ingegnere Paolo Landi
    • Professore Paolo Turchi
    • Ingegnere Vito Macchia
    • Consigliere Comunale Giorgio Sartini

    Moderatore Avvovato Riccardo Pizzi.

    Le autorità interessate e la cittadinanza sono invitati a partecipare.

     

    Allegato: lettera di invito alle autorità

    Link all’evento Facebook

  • I costosi interventi lungo il Misa finiranno solo per accrescere la pericolosità del fiume

    immagineDopo l’alluvione 2014 “tante sono state le iniziative” per cercare di risolvere la situazione esistente sul bacino del Misa, che ha portato ad allagare un terzo della nostra città.

    Una di queste iniziative si chiama “Contratto di Fiume” e vede il coinvolgimento di Enti Locali (comuni della Vallata, Provincia, Regione), Associazioni, Comitati, Categorie Economiche, Tecnici, ecc.

    Nel penultimo incontro dell’assemblea del Contratto di Fiume, tenutosi il 24 maggio 2017, ha relazionato il Consorzio di Bonifica delle Marche, presentando il progetto degli interventi da realizzare, con gli oltre 4,3 milioni di Euro messi a disposizione dalla Regione Marche. L’analisi condotta dal Consorzio di Bonifica, ha dichiarato l’ing. Nafez Saqer, ha evidenziato che le maggiori criticità sono presenti nel tratto finale del fiume cioè da dopo il ponte Zavatti fino all’uscita sul mare.

    Ha anche elencato le criticità che risultano essere:

    • i ponti perché sono con le pile in alveo e non a via inferiore (ostruiscono così la sezione di passaggio per circa 35 mq, rallentando la velocità dell’acqua e creando punti di accumulo per il materiale trasportato);
    • il restringimento del canale dopo il ponte della Ferrovia da circa 31 metri a 21;
    • la barra di depositi sabbiosi creatasi in mare di fronte alla foce che ha causato l’insabbiamento, che tutti possiamo vedere, presente nel canale.

    Tutte queste problematiche la nostra lista S.B.C. le aveva illustrate già nell’assemblea pubblica “Fiume sicuro?” del 30 ottobre 2015. Nella stessa assemblea abbiamo inoltre illustrato gli errori realizzati nei lavori commissionati dall’amministrazione di Senigallia e presentato gli interventi necessari per rendere sicuro il transito delle piene, nel tratto cittadino, fino ad una quantità d’acqua in transito di circa 625 mc/s (l’alluvione 2014 ha avuto un transito compreso tra i 400 e i 500 mc/s). I lavori da realizzare alla foce, (oltre a rifare i ponti Portone, Garibaldi, 2 Giugno e Perilli) , per noi si Senigallia Bene Comune, sono schematizzati nell’immagine riportata nell’articolo.

    Quello che però lascia sconcertati è che l’intera cifra, che si apprestano a spendere per i lavori, non è destinata a cercare di risolvere tali problematiche ma ad accrescerne il loro grado di pericolosità: pericolosità che attualmente si riverserà al centro della città di Senigallia dalle Saline alla Pace.

    L’ing. Nafez Saqer ha infatti dichiarato che i progetto non prende in considerazione alcun intervento dal ponte Zavatti alla foce: ne il dragaggio ne il rifacimento dei ponti. Di conseguenza la sistemazione degli argini e il taglio ulteriore della vegetazione ridurranno ulteriormente il tempo di corrivazione dell’acqua facendo arrivare più acqua e con maggiore velocità nel canale cittadino ostruito.

    Sempre l’ing. Nafez ha inoltre dichiarato che:

    1. “la vasca di laminazione è di poco conto rispetto alla rilevanza dei lavori da fare nel tratto cittadino e inoltre ha un costo di gran lunga superiore a metro cubo per l’acqua in transito;
    2. la vasca di laminazione di Brugnetto non è compresa nei 3.700.000 euro ancora a loro disposizione sui 4.300.000 originari;
    3. il Sindaco Mangialardi, ad una sua specifica domanda, si è detto favorevole ad allargare il canale fluviale dal ponte della ferrovia fino alla foce di 10 metri per mantenere tutto il tratto del canale cittadino a 31 metri di larghezza (1h 30’ 30” della registrazione) ;
    4. l’insabbiamento della foce è attualmente il maggior problema perché dai quattro metri di fondale sottratti dall’insabbiamento non possono transitare circa i due terzi dell’acqua in arrivo.

    Oggi il sindaco si dice favorevole a demolire l’intera banchina di ponente del fiume, quella che lo divide dal porto? Ma se la nostra mozione di riaprire solo il collegamento tra la 3°darsena e il fiume, che lui aveva fatto fare chiudere (non chiedevamo di demolire l’intera banchina che separa il fiume dal porto come afferma oggi l’ing. Nafez) non l’ha nemmeno presa in considerazione!

    E che dire dei ponti; ha fatto “arciappellare” caparbiamente il ponte Perilli spendendo la stessa cifra che occorreva per rifarlo nuovo, a campata unica e a via inferiore, e si appresta a rifare la stessa idiozia su ponte 2 giugno e ponte Garibaldi.

    Mangialardi, che mi leggi, e voi cittadini ascoltate quanto detto dai nostri tecnici e dai tecnici del Consorzio di Bonifica.

    Per non fare affogare la città occorre rifare tutti i ponti a campata unica e a via inferiore quindi sia il Ponte Perilli che il ponte Portone devono esser demoliti e questa volta, mi spiace per il Sindaco, non lo dice il consigliere Sartini che ha finito i neuroni, è scorretto, è in malafede “politicamente”, è un ladro di documenti, intasa gli uffici con gli accessi agli atti ma lo dice l’ing. Nafez Saqer per il Consorzio di Bonifica incaricato della progettazione direttamente dal Presidente Regionale Ceriscioli.

    A seguito della presentazione del 24 maggio sono state inoltrate le dovute osservazioni alla Regione Marche e al Contratto di Fiume da parte dei componenti del Contratto di Fiume: Associazione Confluenze, Comitato a difesa del territorio Area agricola di compensazione idrica località Brugnetto, Comitato Alluvionati Città di Senigallia, Osservatorio Misa, WWF Marche e da parte mia per l’O.F.S. Senigallia.

    In pdf le osservazioni alla presentazione del 24 maggio 2017 (Allegato 1)

    Chi vuole può scaricare la presentazione del modello sopra in pdf fatto da Senigallia Bene Comune (Allegato 2) o rivedere l’evento “Fiume Sicuro?” su youtube.(Sei filmati in totale senza le domande del pubblico: Introduzione dell’avvocato Riccardo Pizzi e intervento del consigliere Giorgio Sartini ; Intervento dell’ingegnere Paolo Landi ; Intervento dell’ingegnere Giuseppe Fornaroli ; Intervento dell’ingegnere Massimo Gennaro ; Intervento del professore Paolo Turchi ; Intervento dell’ingegnere Vito Macchia)

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  • Rassegniamoci a Campanile

    Rassegniamoci a Campanile

    Alcuni giorni fa è stato pubblicato l’articolo del consigliere d’opposizione Campanile
    “Rassegnamoci, a Senigallia ci saranno altre alluvioni.”

    Consigliere Campanile quando afferma: “Da anni si discute (non facendo nulla) dCampanilei come evitare che la città sia colpita dalle esondazioni del Misa alla sua foce, che si trova di fatto in città.” ha ragione e noi di Senigallia Bene Comune lo sappiamo molto bene come lei ben sa.

    Pertanto questa affermazione oggi non le sembra “onestà intellettuale a scoppio ritardato” visto che dal 2014 al 2020 era in giunta con Mangialardi? Tra l’altro ammette pubblicamente che la giunta Mangialardi e quindi anche lei in qualità di assessore non ha fatto nulla per i problemi idraulici del Misa per ben 6 anni.
    Il resto, a partire dalla sua asserzione che “l’acqua si è riversata “naturalmente” a sud del Viale IV Novembre”, è una semi verità  perché la rottura dell’argine avvenuta a Borgo Bicchia ha sommerso  dapprima Borgo Bicchia, poi Borgo Molino, poi il Campus scolastico di Via Tommaso d’Aquino e solo successivamente le aree a valle.

    Anche l’affermazione: “Una onda di piena che superasse ponte Zavatti e Ponte Garibaldi troverebbe nel nuovo ponte del Corso 2 Giugno un ostacolo insormontabile in altezza a causa della fiancata unica in metallo. Sarebbe inevitabile il tracimamento laterale e l’innalzamento del livello del fiume fino al Ponte Garibaldi.” non è reale. Perché fa questa affermazione? Nella dinamica fluviale, qualunque sia l’entità dell’onda di piena in transito, il ponte Zavatti non potrà mai interferire con essa poiché il suo intradosso di trova ben due metri sopra la sommità degli argini.

    Il contrario dicasi per l’attuale ponte Garibaldi che non riuscirebbe in alcun caso a far transitare una portata tale da arrivare all’intradosso del nuovo ponte 2 giugno. Ciò avviene per motivi tecnici che non stiamo qui a spiegare in quanto tecnicamente risulterebbe troppo lungo da spiegare.

    Inoltre il Consorzio di Bonifica delle Marche nonha introdotto, nel progetto esecutivo del 2019, un’opera idraulica che sembra un pannicello caldo riscoprendo uno scolmatore che collegherebbe il fiume con le darsene attuali trasformandole in vasche di espansione” perché ha programmato il più grosso spreco di risorse disponibili, o che troveranno disponibilità, per realizzare uno scolmatore che durante gli eventi di piena non riuscirà a funzionare. Per poter funzionare lo scolmatore necessita che vengano effettuati interventi meccanici tramite degli operatori che operano sulla banchina.  Queste operazioni risultano, se non impossibili, di CostoScolmatoredifficile esecuzione durante la fase emergenziale di un colmo di piena. Tutta questa genialata pensata dal Consorzio di Bonifica per una modica spesa che (come potete vedete nella tabella presente nell’immagine) risulta 12 – 15 volte maggiore di quanto Senigallia Bene Comune ha messo nel suo programma per realizzare non uno scolmatore ma ben due scolmatori efficienti.  (Questo il link 30 ottobre 2015 convegno: “Fiume Sicuro” tenuto a San Rocco)

    Infine per chiudere, senza cercare il pelo nell’uovo, non sappiamo che tecnici collaborino con lei ma le affermazioni evidenziate “L’acqua melmosa e piena di detriti invaderebbe le darsene, (1)peraltro poco capienti, prima di riversarsi in mare, seguendo un (2)percorso tortuoso, alzando le imbarcazioni e (3)mettendole in pericolo. Il porto non sarebbe più protetto ed andrebbe incontro ad interramento.” sono fuori luogo perché:

    • essendo lo scolmatore una apertura aggiunta verso il mare l’invaso della darsena che sia di un milione di metri cubi o di cento metri cubi è completamente ininfluente per il suo funzionamento giacché la quantità d’acqua che riesce a smaltire dipende unicamente da due fattori: la sezione minima e quella massima di passaggio presenti tra l’apertura dello scolmatore e la sua foce in mare;
    • il percorso non è tortuoso in quanto risulta un canale parallelo all’attuale. Le tre darsene, a parte la terza (quella per intenderci dove sono presenti i banchi per la vendita del pescato) sono interessate marginalmente dalle correnti di circolazione della piena dell’acqua;
    • le barche non si trovano sulla linea di scorrimento della piena quindi l’unica azione che subiscono è quella d’innalzarsi di 50 – 100 cm in base al livello che raggiunge l’acqua nelle darsene. Affrontano pertanto un effetto di innalzamento accelerato similare a quanto avviene tutti i giorni con la bassa e l’alta marea.

    Che il porto s’interri o s’insabbi è indubbio ma questo accade già tutti i giorni dell’anno a causa delle mareggiate e delle correnti marine;  per porvi rimedio, come sta già accadendo, vengono effettuate apposite operazioni di dragaggio.

    Con lo/gli scolmatore/i, se dovesse arrivare un’altra alluvione, basterà invece utilizzare una idrovora (i giorni successivi senza aspettare decenni) per risucchiare i depositi pervenuti dal fiume con una spesa contenuta di alcune migliaia d’euro contro i 160 milioni d’euro di danni provocati alla nostra città (non contando morti, feriti e traumi generati nei cittadini)  dall’alluvione del 2014.

    Il progetto del parco fluviale non può definirlo da visionari perché è una soluzione ecologica e turistica che abbiamo valutato attentamente ed è percorribile. Tant’è che è stata inserita nel nostro programma elettorale per dare alla nostra città l’atteso rilancio turistico, offrire nuovi posti di lavoro, consentire lungo il suo corso, a cittadini e turisti, di poter svolgere varie attività all’aperto e, da non dimenticare assolutamente,  tramite adeguate opere idrauliche consentirà di gestire le piene del fiume con portate doppie e oltre rispetto a quella del 2014.

    Ci preme infine ricordare, come certificato dalla perizia redatta dal tecnico nominato dal Tribunale nel Processo per l’alluvione, che l’onda di piena del Misa non è stata eccezionale: per capirci meglio “non c’è stata alcuna bomba d’acqua il 3 maggio 2014”!

     

    Direttivo Senigallia Bene Comune

     

  • Verde urbano: Central Park ci fa il solletico!

    BoscoCesanellaÈ di qualche giorno fa la notizia che Senigallia, dopo i lavori del World Forum on Urban Forest, è diventata modello internazionale per la gestione del verde urbano. Città come New York o Melbourne che guarderebbero a Senigallia come modello da imitare!

    Ora cerchiamo di rimanere con i piedi per terra e di ragionare sui fatti reali, altrimenti si rischia di fare la figuraccia che abbiamo fatto nel 2010 con il premio Fiume Sicuro dato a Senigallia che, secondo gli organizzatori del premio, si era distinta “per la delocalizzazione, i piani d’emergenza, l’informazione, l’esercitazione e l’urbanizzazione delle aree a rischio”. Se non ci fossero stati dei morti ci sarebbe di che ridere di un premio simile e di chi lo ha attribuito.

    Ma passiamo ad analizzare i fatti.

    Si legge nell’articolo che gli organizzatori del Forum avevano chiesto al sindaco Mangialardi di illustrare le strategie e gli interventi contenuti nel Piano Strutturale del Verde. È indubbio che il Piano del Verde di Senigallia sia stato un’ottima iniziativa voluta dall’allora assessore Ceresoni, affidata al professor Minelli dell’Università di Bologna che ha coordinato ricercatori, studenti universitari e professionisti locali. Ma la domanda da farsi è: viene rispettato il Piano del verde?

    In piccola parte sì e in gran parte no.

    La piccola parte riguarda le alberature stradali e il regolamento del verde urbano.  La gestione dei viali alberati sta cominciando ad avere una gestione razionale basata su una valutazione scientifica dello stato di salute delle alberatele. Piante spesso inadatte per specie, dimensioni e sesto di impianto, sono gradualmente sostituite con quelle indicate nel Piano. Le proteste dei cittadini mettono però in evidenza come il coinvolgimento della popolazione previsto dal piano non sia minimamente presa in considerazione (fatto salvo che ci sarà sempre qualcuno che protesta ingiustamente).

    Per quello che riguarda il Regolamento del verde finalmente dopo 10 anni ce ne siamo dotati, è una cosa positiva; ora speriamo che non rimanga lettera morta.

    Da sottolineare positivamente è la collaborazione con l’università che ci mette a disposizione tecnici competenti grazie a cui teniamo monitorate centinaia di esemplari arborei, ma è anche vero che molte città hanno nello staff anche l’agronomo mentre da noi solo architetti.

    Veniamo alla parte negativa. Se analizziamo gli interventi fatti fin qui sembra che il Piano del Verde venga costantemente disatteso.

    Innanzitutto sul previsto coinvolgimento dei cittadini di cui sopra. Anzi si sono attuate strategie opposte. Per prevenire le proteste per esempio su Piazza del Duomo sono comparsi disegni con i cittadini che passeggiavano all’ombra di magnifiche latifoglie. Il piano del verde prevedeva sì di liberare la vista delle facciate dei palazzi ma anche di progettare una piazza con verde orizzontale con funzione sia estetica che di mitigazione della temperatura. Fatto? No

    Si è preso del piano solo la prima parte perché serviva giustificare l’eradicazione dei lecci malati. Stessa cosa è accaduta con la cosiddetta Pinetina della stazione in cui era suggerita una riqualificazione dell’area. Probabilmente ci diranno che dopo piazza del Duomo ci hanno restituito anche il Senbhotel ma qui a furia di restituire Senigallia diventerà “open space”.

    I casi più gravi comunque riguardano  la Cesanella e le Saline. Il Piano prevede, anzi prevedeva, la realizzazione di grandi Parchi, non di boschi urbani piantati in filari regolari dalla Società autostrade come COMPENSAZIONE per neutralizzare gli effetti delle emissioni connesse alla realizzazione della terza corsia autostradale. In sostanza abbiamo spacciato per scelta del Comune di Senigallia la realizzazione di un’opera obbligatoria per legge indicando per giunta alla Società autostrade delle aree (le uniche che avevamo) già individuate dal Comune stesso per realizzare dei grandi Parchi urbani.

    Nel piano del verde c’era anche la rimozione stagionale dei manufatti che deturpano il paesaggio costiero dato in concessione per l’attività estiva (capanni, docce, tubi, reti da pallavolo, giochi per bambini ecc.) e negli ultimi anni vengono lasciati in loco anche più di prima che fosse redatto il Piano del Verde. Si provi a fare una passeggiata nel lungomare e a chi riesce ad intraveder il mare potremmo attribuire il premio: “il mare immaginato”!

    Ma allora sorge una seconda domanda: come è possibile disattendere in maniera sistematica il Piano del verde? Semplice! Il Piano non ha nessun carattere vincolante. Questa è stata la furbata! Ed è stato realizzato solo per la strenua volontà di Ceresoni, nel disinteresse degli altri amministratori (compreso l’allora assessore all’urbanistica Mangialardi). Quello che interessava a tutti, dai politici ai tecnici comunali, era il mirabolante Piano Cervellati.

    Parafrasando un’epica frase di un film di Sergio Leone, “quando un uomo col Piano Cervellati incontra un uomo col Piano strutturale del Verde, quello col Piano del verde è un uomo morto”.

    Battaglia persa quindi per il centro storico ma per il resto della città si potrebbe fare qualcosa in più! E invece stiamo perdendo occasione dopo occasione per realizzare il bel progetto previsto nel Piano del verde, che ormai è chiaro rimarrà il nostro libro dei sogni, buono per vincere premi di cartone, come quello per il Fiume sicuro o Un bosco per Kyoto.

    Si potrebbe fare uno scambio equo con il Sindaco di New York: loro ci danno Central Park e noi gli diamo il nostro premiato libro dei sogni! Che ne dite?

    Lista Civica Senigallia Bene Comune

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