• Fiume e città, una pacifica convivenza


    Vito Macchia (2)Vito Macchia. Il tecnico che si oppose alla deperimetrazione del PAI è con Senigallia Bene Comune. “Ogni mio sforzo e competenza sarà dedicato alla cura del rapporto Fiume-Città”.

    Sono Vito Macchia sposato con Jasmin e con due figli Gabriele di anni 20 e Alessandro di anni 13. Sono laureato in Ingegneria per la difesa del suolo e la pianificazione territoriale all’Università di Ancona nel 1992; specializzazione post laurea all’Università “La Sapienza” di Roma in tecniche urbanistiche con tesi di specializzazione svolta sul tema del rischio idraulico del fiume Tevere. Dal 1992 di professione ingegnere libero professionista titolare di studio tecnico con sede in Montemarciano e più di recente con ulteriori attività inerenti la geologia e la difesa del suolo e il settore delle mediazioni legali. Sono dipendente dal 1998 della Regione Marche e attualmente (a far data dal novembre 2014) sono assegnato all’ufficio che si occupa di rete ecologica, biodiversità e tutela animali. Dal 1998 sono stato in forze all’Autorità di bacino regionale delle Marche; presso tale ufficio regionale, con incarico di posizione organizzativa denominata Assetto idrogeologico.

    Ho fatto parte del gruppo di lavoro che ha predisposto il PAI (Piano assetto idrogeologico) in particolare seguendo il settore del rischio idraulico e le perimetrazioni delle aree a rischio idraulico e la normativa specifica del PAI dedicata al rischio esondazione. In tale ambito di redazione del PAI mi sono opposto alla deperimetrazione dell’area PAI del centro urbano di Senigallia del fiume Misa. Mi sono candidato perché ritengo in generale fondamentale la vita politica per il bene comune dei cittadini; ho già partecipato attivamente alla vita politica del mio comune come Consigliere comunale a Montemarciano dal 2004 al 2009 per la lista civica “Montemarciano di tutti”; ho aderito quindi con molto entusiasmo alla chiamata a partecipare rivoltami dall’amico, che stimo e candidato Sindaco della nostra lista Giorgio Sartini. In effetti il bene comune centro del nome della nostra lista è quello che cerca di essere il mio riferimento anche nella vita di tutti i giorni, anche e soprattutto come cittadino e come cittadino cristiano impegnato anche nel sociale.

    Attualmente ricopro anche l’incarico di tutore con nomina del Giudice tutelare del Tribunale di Ancona essendo iscritto anche nel relativo Albo dei tutori di minori ed in generale di persone in difficoltà. Cerco quindi di impegnarmi attivamente a 360 gradi nella politica intesa come polis. In particolare la scelta della partecipazione alla lista Senigallia Bene Comune è legata proprio alla mia passione per i fiumi e per la difesa del suolo, sentendo quindi, in particolare dopo la tragica alluvione dello scorso anno, il dovere di mettere a servizio della città la mia passione e la mia competenza in tale settore. Come già detto il mio impegno sarà a servizio della città di Senigallia in particolare per ristabilire la pacifica convivenza tra il fiume Misa e la città; in effetti per decenni la presenza del fiume, che attraversa l’intera città, è stata dimenticata dalle amministrazioni comunali che si sono succedute, fino alla tragica alluvione dello scorso anno. Il nostro compito sarà riportare in armonia tale rapporto, perché il fiume Misa possa diventare una risorsa preziosa per la città di Senigallia, così come lo è da sempre la sua spiaggia di velluto. Pertanto ogni mio sforzo e competenza sarà dedicato alla cura di tale rapporto Fiume-Città, senza comunque dimenticare le altre questioni e temi ambientali che da sempre mi appassionano e fanno parte del mio sapere e cioè la difesa della costa ed in generale le tematiche di tutela dell’ambiente.

  • Con te nel verde pubblico… di tutti!

    Dani_01Mi pare fosse il 1987; ero rappresentante di istituto del Liceo scientifico E. Medi e mi mandarono senza preavviso ad una riunione nella sala della giunta comunale. Non sapevo perché, non sapevo quale sarebbe stato l’argomento né chi avrei trovato a questa riunione.
    Per questo motivo rimasi sorpreso quando vi trovai uno dei miei compagni nella gloriosa squadra di calcio della Comunità Giovanile-Casa della Gioventù, l’architetto Mario Gentili che srotolava sul grande tavolo della sala niente di meno che il progetto del grande Parco delle Saline.Dopo quasi trenta anni la vasta area che doveva essere destinata al parco è stata in grandissima parte edificata e di vegetazione non è rimasto altro che qualche mesto canneto.

    Questa storia è davvero emblematica per capire la scarsa importanza con cui è considerato il ruolo delle aree verdi a Senigallia. Un area “libera” viene vista esclusivamente come un area potenzialmente edificabile, non si riesce ad immaginare altro. Un esempio più recente è l’area ex Sacelit. Possibile che in una zona a ridosso del mare, con una storia anche drammaticamente significativa per la città l’unica idea è stata quella di cementificare? Con questa mentalità così “edificatoria” il verde diventa solo un accessorio allo spazio costruito: per carità mai una pianta in più rispetto al minimo di legge! Il risultato è un sistema di aree verdi marginale composto da giardinetti di servizio ai quartieri, spesso di scarsa qualità, sia dal punto di vista estetico che da quello dello stato fitosanitario.
    Ma cosa è accaduto in questi decenni dal punto di vista della gestione del verde nella nostra città? Qualcosa si è mosso! Forse dopo esserci resi conto che quasi tutte le altre città turistiche della costa, a nord e a sud di Senigallia, avevano un livello minimo di cura del verde pubblico, abbiamo messo mano ad un abbellimento estetico: aiuolette, aree spartitraffico e rotatorie inerbite sono comparse un po’ ovunque ad elevare leggermente la qualità ornamentale del verde pubblico nelle aree di risulta.

    Inoltre rispetto all’improvvisazione totale con cui si realizzavano una volta le aree verdi e le alberature stradali si è visto un approccio più razionale nella scelta delle piante anche se siamo ancora ben lontani da una autentica progettazione.
    Comunque se un passettino piccolo si è fatto dal punto di vista della funzione ornamentale del verde molto poco si è fatto sul lato del valore socio-ambientale del verde pubblico. Sembra ancora molto lontana la consapevolezza del ruolo che le piante svolgono per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico, nella regolazione del microclima cittadino, nel favorire la relazionalità e la convivialità tra le persone.

    Una svolta in questo senso sembrava essere arrivata grazie ad un altro mio compagno di squadra, prima nell’Audax e poi nella già citata Casa della Gioventù: Simone Ceresoni, quando era assessore all’ambiente. Nel 2008 infatti diede il via all’iter per la realizzazione a Senigallia di un piano strutturale del verde. Dopo un concorso di idee a cui avevano partecipato diversi professionisti, l’assessore convocò tra loro quelli di Senigallia, tra cui il sottoscritto, per chiedere se fossero stati disponibili a collaborare alla realizzazione del suddetto piano. Si formò così un’equipe di quattro architetti e due agronomi, coordinati dal professor Minelli dell’Università di Bologna. Essa avrebbe avuto il compito di analizzare lo stato del verde pubblico di Senigallia e, anche sulla base delle proposte formulate nel concorso di idee, elaborare un vero e proprio Piano Strutturale del Verde, ossia delle linee di indirizzo con cui pianificare il futuro sviluppo del verde urbano. Non più quindi interventi a caso bensì in linea con un progetto di massima in grado di garantire uno sviluppo razionale, coerente e armonico.

    Connessa alla realizzazione del piano strutturale era la creazione di un laboratorio permanente del verde. Un luogo in cui coinvolgere associazioni e liberi cittadini sensibili alle tematiche urbanistico-ambientali che avrebbe avuto il ruolo fondamentale di far crescere in tutta la cittadinanza una cultura ambientale in grado di superare contemporaneamente l’indifferenza da una parte e l’estremismo ambientalista dall’altro.

    Il piano strutturale del verde fu redatto e approvato dal consiglio comunale nel 2010 poco prima delle elezioni ma la sensazione era quella che fosse una iniziativa più di Ceresoni che dell’intera giunta. Si avvertiva un po’ di snobismo da parte del resto della giunta (l’assessore all’urbanistica non partecipò neanche ad una riunione!) e di alcuni tecnici dipendenti del comune che tenevano sovente a precisare che il Piano del Verde non aveva alcun potere vincolante e che quello che contava era solo il piano particolareggiato del centro storico: il famigerato piano Cervellati.

    Questa sensazione è diventata certezza in questi cinque anni di amministrazione in cui il piano è rimasto lì negli scaffali dell’assessorato, mesto come i canneti delle saline. Qualche mese fa ho chiesto personalmente al mio amico Ceresoni che fine avesse fatto il piano del verde. Mi ha risposto in maniera un po’ spiccia che non dipendeva da lui poiché adesso l’assessore competente era Gennaro Campanile (e basta! un altro compagno di squadra! stavolta nella non meno gloriosa Pace-Novottica 80). Credevo che ci fosse un po’ più di sinergia all’interno di una giunta comunale e che la realizzazione di atti approvati dal consiglio comunale non dipendessero dal cambio di un assessore. Soprattutto se una giunta è composta in larga parte dalle stesse persone di quella precedente che ha approvato gli atti.

    Comunque sia tra le tante cose previste nel Piano del Verde una delle più importanti è la realizzazione di un grande polmone verde per la città il cui nucleo portante è il Parco della Cesanella: la vasta area che va dal Molinello fino alla parrocchia della Cesanella. È l’ultima occasione per Senigallia (stretta ormai per sempre tra le 8 corsie dell’autostrada-complanare) di avere un grande parco degno di questo nome. Speriamo proprio che non faccia la fine del parco delle saline. I primi segnali sono stati alquanto negativi con l’avvio di lottizzazioni varie all’interno dell’area.
    Una cosa è certa: la lista Senigallia Bene Comune si batterà perché il progetto del parco sia salvaguardato e più in generale perché sia rivalutato il Piano del verde come strumento di pianificazione urbanistica per il bene di tutti i cittadini…compresi i miei cari vecchi compagni di squadra.

  • Nel nostro agire mettiamo sempre al centro la persona

    Lucia OnoriMi chiamo Lucia Onori, ho 49 anni, sono laureata in Scienze Politiche, coniugata da 23 anni con Alessandro Mazzarini e sono madre di due figli.
    Sono impiegata in una cooperativa sociale di Senigallia che si occupa di servizi agli anziani. Nel tempo libero mi dedico alla formazione dei ragazzi e delle loro famiglie. Ho deciso di candidarmi alle prossime lezioni amministrative perché ritengo importante e necessario dare un contributo diretto in politica nella mia città. Ho scelto Senigallia Bene Comune perché ho piena fiducia nel candidato sindaco GIORGIO SARTINI, condivido con convinzione il programma politico e ho grande stima delle persone con me in lista.

    Mi occupo da diversi anni di cooperazione sociale e vivo la fragilità nelle diverse sue sfaccettature. In particolare, visto il mio profilo professionale e la mia esperienza familiare, intendo impegnarmi nell’ambito sociale, soprattutto per la tutela delle persone più deboli come i minori, i disabili e gli anziani.
    Il nostro progetto riguardante le politiche sociali vuole avere un approccio diverso alla persona in difficoltà. Nel programma presentato ai cittadini facciamo riferimento al Forum Europeo delle persone disabili che ogni anno premia le città che si sono distinte nel migliorare l’accessibilità per i disabili e gli anziani. Crediamo che, anche nella nostra città, si debba fare uno sforzo importante per rendere più fruibili e accessibili tutti i servizi e gli spazi cittadini a coloro che per diversi motivi non possono accedervi senza particolari ausili.

    Crediamo che Senigallia debba essere Città Aperta e libera da barriere architettoniche pertanto sarà nostra cura rendere la città sostenibile e accessibile a tutti. Una città che sa accogliere le fragilità è una città solidale, che sa guardare al futuro”.

  • La mia esperienza a disposizione della città

    06fornaroligiuseppe0001Sono nato ad Ostra Vetere l’11 marzo 1948, da madre romana e padre di origini emiliane, dal 1953 – afferma – ho vissuto a Ravenna, dove, nel 1966, ho conseguito la maturità scientifica; successivamente ho vissuto per cinque anni a Bologna, dove, nel 1972, mi sono laureato in Ingegneria Civile Edile; il lavoro ed il matrimonio mi hanno poi riportato nelle Marche: dal 1972 ad oggi, infatti, sono residente a Senigallia, nel quartiere Porto, anche se il lavoro mi ha portato ad operare in varie regioni d’Italia.

    Nel 1989 mi sono laureato in Architettura, presso la Facoltà di Pescara, sede distaccata dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti; come libero professionista, ho operato soprattutto per clienti privati, sia nel campo della progettazione architettonica sia in quello della progettazione strutturale, principalmente in ambito residenziale, ma anche in ambito industriale.

    Nei primi anni di attività lavorativa ho operato anche nel campo pubblico, fintanto che, di fatto, non è diventato necessario essere politicamente “inquadrato”.
    Fra questi lavori, ricordo con orgoglio il Piano Particolareggiato per il Centro Storico di Corinaldo, del 1977, primo piano particolareggiato di un centro storico della Regione Marche ‘appoggiato’ ad un Programma di Fabbricazione (l’unico strumento urbanistico di cui, allora, erano dotati i comuni minori). Dal 1999 al 2010 mi sono poi occupato anche di ‘diagnosi del danno’, come consulente per le Marche, l’Abruzzo ed il Molise di una ditta che si occupa del recupero dei fabbricati che hanno subito danni per cedimento del terreno sottostante le fondazioni.

    Anche se sempre attento alla vita pubblica, cui ho dato il mio contributo in maniera assolutamente “indipendente” (come nel caso delle varie alluvioni, a partire da quella del 1976),  non sono mai stato iscritto né ad alcun partito politico né ad alcuno dei gruppi ed associazioni che ruotano ronzando attorno ad essi.

    Pensavo, per questa mia scelta di vita, di non poter dare un contributo diretto alla vita della città che mi ha ospitato negli ultimi quarantacinque anni. Oggi, invece, a 67 anni, ho trovato, negli obiettivi della Lista Civica Senigallia Bene Comune e nei punti programmatici del suo candidato Sindaco Giorgio Sartini, un motivo più che valido per mettere la mia esperienza a disposizione della città,sperando di potere essere utile anche nel pubblico, come credo di esserlo stato fino ad oggi nel privato, confidando nel fatto che si possa amministrare il ‘Bene Comune’ in modo nuovo e trasparente, con onestà, modestia, concretezza, lungimiranza ed intelligenza, infondendo nei cittadini, giustamente stanchi, delusi ed amareggiati da tanta mala-politica, nuova fiducia nel futuro.

  • La politica non è una cosa per pochi

    DSC_8239Si è soliti pensare che la politica sia per i pochi addetti ai lavori. L’esperienza dell’alluvione, vissuta in prima persona, è stata la “grande goccia” che ha fatto traboccare il vaso.

    Mi ha aperto gli occhi sulla gestione della cosa pubblica del Comune di Senigallia. Far finta di non aver visto nulla, sarebbe un sottrarmi ad un senso di responsabilità, che non mi appartiene. Sposata dal 2003 e madre di una bambina di nove anni, mi laureo in Scienze dell’Educazione e successivamente, per una passione personale, continuo gli studi universitari con una laurea in Scienze Religiose. Attualmente sono un’insegnante, amo tirar fuori il meglio da ogni bambino/ragazzo.

    Le mie giornate, scandite dalla dedizione verso la famiglia, la cura della casa, il lavoro, lo studio, l’impegno volontario in parrocchia, si vogliono riempire oggi anche di un servizio verso il sociale. È questo che ho ritrovato in Senigallia Bene Comune: un gruppo di oneste persone, ognuna con una propria professione e maturate competenze, che si mette a servizio di noi cittadini, per migliorare e ripulire ciò che già c’è, per il bene di tutti, nessuno escluso. La mia scelta è stata anche dettata dal fatto di provare ad essere per i giovani un autentico testimone: la vera politica parte dal basso, è competenza di ogni cittadino, bisogna interessarsene e lottare fino in fondo, fiduciosi che il male si sconfigge solo con il Bene.

    Un messaggio di volontà, di impegno, di speranza è ciò che porto con Senigallia Bene Comune.