• L’emergenza non è usabile


    sfruttare emergenzaSfruttare l’emergenza idrica che stiamo vivendo è immorale. Nei momenti di criticità bisogna rimanere tutti coesi e pronti ad agire per evitare al massimo i problemi. È per tale motivo che ieri non abbiamo proferito parola in merito a ciò che stava succedendo, mentre era invece in moto uno scontro tra chi si definiva operativo ed estremo difensore della città e chi invece stavo sfruttando l’evento emergenza per fare campagna elettorale.

    Adesso che la situazione è più tranquilla vogliamo però esprimervi il nostro modo di pensare.

    Venerdì  scorso presso l’Auditorium San Rocco, mentre si stava svolgendo una conferenza della lista civica Senigallia Bene Comune, mi hanno avvisato dei problemi in arrivo nella città. Ho subito interrotto l’incontro per consentire al centinaio di persone presenti di poter raggiungere la propria abitazione in sicurezza e prepararsi all’evenienza di una esondazione del fiume.

    Nella prima parte della serata l’ing. Fornaroli aveva già illustrato il progetto per mettere in sicurezza la città da portate di piena del fiume fino a 900 mc/s, frutto della pluriennale esperienza sua e di oltre 500 persone tra ingegneri, geologi, architetti e geometri.

    L’ing. Vito Macchia, ingegnere idraulico per la difesa del suolo e la pianificazione territoriale che ha scritto le zone a rischio del PAI e le norme relative alla sua applicazione, stava terminando la sua relazione su come operare nel rispetto delle norme in merito alla foce, ai ponti cittadini e all’alveo del fiume. Al momento dell’interruzione stava spiegando i problemi esistenti al km 6,5 della strada statale Arceviese inerenti il fiume Misa. Come illustra la foto, in quel tratto di strada il fiume sta minacciando la carreggiata, che si troverà quindi in serio pericolo alla prima piena importante. La situazione è così da mesi e nessuno degli amministratori si è impegnato per risolvere il problema. Se dovesse accadere qualcosa la colpa verrà data di sicuro al “fiume assassino”. Non sarà mai imputata alcuna responsabilità a chi non ha attuato la prevenzione in quel tratto fluviale. Ci si nasconderà dietro le solite scuse, prima tra tutte quella dei lunghi tempi burocratici. No. Non lo accettiamo, perchè in simili stati di emergenza il Sindaco ha l’autorità per intervenire immediatamente e poter sforare il tanto usato patto di stabilità.

    Noi ci siamo subito attivati, tramite un messaggio inoltrato dal nostro tecnico ing. Vito Macchia all’ing. Sbriscia (responsabile a livello provinciale), per chiedere la chiusura immediata al transito dei veicoli in quel tratto.

    È stato fatto? NO.

    Se succede qualcosa la responsabilità di chi è? La risposta è semplice: ne è responsabile chi è a capo del COC nelle fasi di emergenza. Quindi il sindaco di Senigallia e di rimando anche l’ing. Sbriscia.

    Come Lista Civica poniamo delle semplici domande. Perchè non sono stati iniziati i lavori di prevenzione necessari per eliminare i problemi delle piene improvvise o lente? Quei lavori erano indispensabili e forse prioritari rispetto al taglio degli alberi nel fiume?

    Ancora, perché nessuno ci ha risposto, in merito alla bozza di progetto trasmesso all’Assessore all’urbanistica Simone Ceresoni già da ottobre 2014, per la messa in sicurezza della città dalle piene fluviali?

    Oggi i fondi per gli interventi necessari a garantire una certa tranquillità ai nostri cittadini ci sono e devono essere utilizzati in modo adeguato. Non dobbiamo e non possiamo permetterci di continuare a sperperarli in lavori inutili e controproducenti.

    La città deve convivere in tutta tranquillità con il fiume. Deve anzi poterne godere sia come ricchezza ambientale e sia dal punto di vista economico. Perché il fiume, in una ottica di Bene Comune e se davvero ben gestito, è una risorsa, non una disgrazia.

    I nostri ingegneri Giuseppe Fornaroli e Vito Macchia sono da tempo pronti a gestire il nostro fiume.

    E tutti noi siamo pronti al cambiamento, perché cambiare SI PUO’ ma soprattutto SI DEVE.

  • Fiume e città, una pacifica convivenza

    Vito Macchia (2)Vito Macchia. Il tecnico che si oppose alla deperimetrazione del PAI è con Senigallia Bene Comune. “Ogni mio sforzo e competenza sarà dedicato alla cura del rapporto Fiume-Città”.

    Sono Vito Macchia sposato con Jasmin e con due figli Gabriele di anni 20 e Alessandro di anni 13. Sono laureato in Ingegneria per la difesa del suolo e la pianificazione territoriale all’Università di Ancona nel 1992; specializzazione post laurea all’Università “La Sapienza” di Roma in tecniche urbanistiche con tesi di specializzazione svolta sul tema del rischio idraulico del fiume Tevere. Dal 1992 di professione ingegnere libero professionista titolare di studio tecnico con sede in Montemarciano e più di recente con ulteriori attività inerenti la geologia e la difesa del suolo e il settore delle mediazioni legali. Sono dipendente dal 1998 della Regione Marche e attualmente (a far data dal novembre 2014) sono assegnato all’ufficio che si occupa di rete ecologica, biodiversità e tutela animali. Dal 1998 sono stato in forze all’Autorità di bacino regionale delle Marche; presso tale ufficio regionale, con incarico di posizione organizzativa denominata Assetto idrogeologico.

    Ho fatto parte del gruppo di lavoro che ha predisposto il PAI (Piano assetto idrogeologico) in particolare seguendo il settore del rischio idraulico e le perimetrazioni delle aree a rischio idraulico e la normativa specifica del PAI dedicata al rischio esondazione. In tale ambito di redazione del PAI mi sono opposto alla deperimetrazione dell’area PAI del centro urbano di Senigallia del fiume Misa. Mi sono candidato perché ritengo in generale fondamentale la vita politica per il bene comune dei cittadini; ho già partecipato attivamente alla vita politica del mio comune come Consigliere comunale a Montemarciano dal 2004 al 2009 per la lista civica “Montemarciano di tutti”; ho aderito quindi con molto entusiasmo alla chiamata a partecipare rivoltami dall’amico, che stimo e candidato Sindaco della nostra lista Giorgio Sartini. In effetti il bene comune centro del nome della nostra lista è quello che cerca di essere il mio riferimento anche nella vita di tutti i giorni, anche e soprattutto come cittadino e come cittadino cristiano impegnato anche nel sociale.

    Attualmente ricopro anche l’incarico di tutore con nomina del Giudice tutelare del Tribunale di Ancona essendo iscritto anche nel relativo Albo dei tutori di minori ed in generale di persone in difficoltà. Cerco quindi di impegnarmi attivamente a 360 gradi nella politica intesa come polis. In particolare la scelta della partecipazione alla lista Senigallia Bene Comune è legata proprio alla mia passione per i fiumi e per la difesa del suolo, sentendo quindi, in particolare dopo la tragica alluvione dello scorso anno, il dovere di mettere a servizio della città la mia passione e la mia competenza in tale settore. Come già detto il mio impegno sarà a servizio della città di Senigallia in particolare per ristabilire la pacifica convivenza tra il fiume Misa e la città; in effetti per decenni la presenza del fiume, che attraversa l’intera città, è stata dimenticata dalle amministrazioni comunali che si sono succedute, fino alla tragica alluvione dello scorso anno. Il nostro compito sarà riportare in armonia tale rapporto, perché il fiume Misa possa diventare una risorsa preziosa per la città di Senigallia, così come lo è da sempre la sua spiaggia di velluto. Pertanto ogni mio sforzo e competenza sarà dedicato alla cura di tale rapporto Fiume-Città, senza comunque dimenticare le altre questioni e temi ambientali che da sempre mi appassionano e fanno parte del mio sapere e cioè la difesa della costa ed in generale le tematiche di tutela dell’ambiente.

  • Le bugie sulla situazione del Misa

    foce fiumeOgni senigalliese porterà a lungo impressa nella memoria la data del 3 maggio 2014 e quanto Senigallia ed i suoi abitanti hanno passato, anche coloro che non l’hanno vissuta sulla propria pelle. Ho letto il programma elettorale della coalizione per Mangialardi Sindaco e sono rimasto sbalordito.

    Questo, oltre a ricalcare gran parte di quanto già scritto nel programma per le elezioni del 2010, termina nell’ultima pagina con una affermazione incredibile: “vogliamo chiudere questo paino (piano) di lavoro per il prossimo quinquennio garantendo che Senigallia è già da ora e lo sarà sempre più, una città sicura e tranquilla nei rapporti con il suo fiume Misa”. Mi rendo conto che in questo periodo elettorale il sindaco uscente sia a “caccia di voti” ma non trovo accettabile che ciò venga fatto raccontando bugie sulla situazione del fiume. Bugie che mettono a rischio noi cittadini.

    Facciamo un passo indietro e ricordiamoci della portata del fiume il 3 maggio 2014: 600 mc/s. Un anno fa il fiume è esondato in 22 punti e la foce si trovava in condizioni migliori rispetto alle attuali. Oggi infatti è completamente chiusa dalla ghiaia trasportata dal fiume, come ognuno di noi può osservare facendo due passi sul molo. Verso la parte finale è spuntato un isolotto; alcuni gli hanno fatto delle foto, ad altri ha fatto sorridere. Ma avete idea di cosa significhi quell’isolotto? Significa che con una portata di soli 300 mc/s (la metà di quella del 3 maggio 2014) Senigallia sarà già a rischio esondazione. Quello alla foce è solo il primo degli interventi necessari per poter dormire sonni tranquilli, in pace col fiume.

    Noi di Senigallia Bene Comune tutto ciò lo sappiamo bene; è per questo che abbiamo dedicato una intera parete della nostra sede alle immagini chiave per potervi spiegare, da un lato la reale situazione del fiume, dall’altro i provvedimenti indispensabili da realizzare. Non possiamo tollerare la Pinocchiata, apparsa sul programma elettorale, secondo cui la città è sicura e tranquilla rispetto alle piene del Misa. È vero che l’Amministrazione deve “esorcizzare il terrore” che ha dell’alluvione, ma non può permettersi di carpire, per scopi elettorali, la buona fede dei cittadini. Il Sindaco in primis e i tecnici comunali sono responsabili dell’incolumità delle persone. La gravissima situazione attuale è frutto dei lavori effettuati senza criterio, non dettati dal buon senso, nè dalla professionalità dei consulenti. Se in passato sono stati fatti gravi errori, oggi il minimo che si possa fare è tentare di porvi rimedio. Invece illudere gli elettori con affermazioni tipo: “Senigallia sta riacquistando tranquillità ma faremo di tutto perché nemmeno per un momento riaffiori la paura nei cittadini”: ciò lascia tutti noi di Senigallia Bene Comune con un grosso amaro in bocca.

    Vi informiamo pertanto che Senigallia Bene Comune ha organizzato un incontro con tutti i cittadini in data venerdì 22 maggio alle ore 21.00, presso l’auditorium San Rocco. Oltre a presentarci come lista, spiegando il nostro programma a tutti i cittadini, approfondiremo in modo particolare l’argomento alluvione, illustrando il progetto per la messa in sicurezza del fiume elaborato dall’ingegner e architetto Giuseppe Fornaroli e dall’ingegner Vito Macchia, entrambi candidati per Senigallia Bene Comune. Estendiamo perciò l’invito agli alluvionati e a tutti coloro che hanno a cuore la reale messa in sicurezza del fiume. Noi vogliamo darvi certezze, non raccontarvi favole. Soltanto essendo informati si può scegliere al meglio.

  • Con te nel verde pubblico… di tutti!

    Dani_01Mi pare fosse il 1987; ero rappresentante di istituto del Liceo scientifico E. Medi e mi mandarono senza preavviso ad una riunione nella sala della giunta comunale. Non sapevo perché, non sapevo quale sarebbe stato l’argomento né chi avrei trovato a questa riunione.
    Per questo motivo rimasi sorpreso quando vi trovai uno dei miei compagni nella gloriosa squadra di calcio della Comunità Giovanile-Casa della Gioventù, l’architetto Mario Gentili che srotolava sul grande tavolo della sala niente di meno che il progetto del grande Parco delle Saline.Dopo quasi trenta anni la vasta area che doveva essere destinata al parco è stata in grandissima parte edificata e di vegetazione non è rimasto altro che qualche mesto canneto.

    Questa storia è davvero emblematica per capire la scarsa importanza con cui è considerato il ruolo delle aree verdi a Senigallia. Un area “libera” viene vista esclusivamente come un area potenzialmente edificabile, non si riesce ad immaginare altro. Un esempio più recente è l’area ex Sacelit. Possibile che in una zona a ridosso del mare, con una storia anche drammaticamente significativa per la città l’unica idea è stata quella di cementificare? Con questa mentalità così “edificatoria” il verde diventa solo un accessorio allo spazio costruito: per carità mai una pianta in più rispetto al minimo di legge! Il risultato è un sistema di aree verdi marginale composto da giardinetti di servizio ai quartieri, spesso di scarsa qualità, sia dal punto di vista estetico che da quello dello stato fitosanitario.
    Ma cosa è accaduto in questi decenni dal punto di vista della gestione del verde nella nostra città? Qualcosa si è mosso! Forse dopo esserci resi conto che quasi tutte le altre città turistiche della costa, a nord e a sud di Senigallia, avevano un livello minimo di cura del verde pubblico, abbiamo messo mano ad un abbellimento estetico: aiuolette, aree spartitraffico e rotatorie inerbite sono comparse un po’ ovunque ad elevare leggermente la qualità ornamentale del verde pubblico nelle aree di risulta.

    Inoltre rispetto all’improvvisazione totale con cui si realizzavano una volta le aree verdi e le alberature stradali si è visto un approccio più razionale nella scelta delle piante anche se siamo ancora ben lontani da una autentica progettazione.
    Comunque se un passettino piccolo si è fatto dal punto di vista della funzione ornamentale del verde molto poco si è fatto sul lato del valore socio-ambientale del verde pubblico. Sembra ancora molto lontana la consapevolezza del ruolo che le piante svolgono per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico, nella regolazione del microclima cittadino, nel favorire la relazionalità e la convivialità tra le persone.

    Una svolta in questo senso sembrava essere arrivata grazie ad un altro mio compagno di squadra, prima nell’Audax e poi nella già citata Casa della Gioventù: Simone Ceresoni, quando era assessore all’ambiente. Nel 2008 infatti diede il via all’iter per la realizzazione a Senigallia di un piano strutturale del verde. Dopo un concorso di idee a cui avevano partecipato diversi professionisti, l’assessore convocò tra loro quelli di Senigallia, tra cui il sottoscritto, per chiedere se fossero stati disponibili a collaborare alla realizzazione del suddetto piano. Si formò così un’equipe di quattro architetti e due agronomi, coordinati dal professor Minelli dell’Università di Bologna. Essa avrebbe avuto il compito di analizzare lo stato del verde pubblico di Senigallia e, anche sulla base delle proposte formulate nel concorso di idee, elaborare un vero e proprio Piano Strutturale del Verde, ossia delle linee di indirizzo con cui pianificare il futuro sviluppo del verde urbano. Non più quindi interventi a caso bensì in linea con un progetto di massima in grado di garantire uno sviluppo razionale, coerente e armonico.

    Connessa alla realizzazione del piano strutturale era la creazione di un laboratorio permanente del verde. Un luogo in cui coinvolgere associazioni e liberi cittadini sensibili alle tematiche urbanistico-ambientali che avrebbe avuto il ruolo fondamentale di far crescere in tutta la cittadinanza una cultura ambientale in grado di superare contemporaneamente l’indifferenza da una parte e l’estremismo ambientalista dall’altro.

    Il piano strutturale del verde fu redatto e approvato dal consiglio comunale nel 2010 poco prima delle elezioni ma la sensazione era quella che fosse una iniziativa più di Ceresoni che dell’intera giunta. Si avvertiva un po’ di snobismo da parte del resto della giunta (l’assessore all’urbanistica non partecipò neanche ad una riunione!) e di alcuni tecnici dipendenti del comune che tenevano sovente a precisare che il Piano del Verde non aveva alcun potere vincolante e che quello che contava era solo il piano particolareggiato del centro storico: il famigerato piano Cervellati.

    Questa sensazione è diventata certezza in questi cinque anni di amministrazione in cui il piano è rimasto lì negli scaffali dell’assessorato, mesto come i canneti delle saline. Qualche mese fa ho chiesto personalmente al mio amico Ceresoni che fine avesse fatto il piano del verde. Mi ha risposto in maniera un po’ spiccia che non dipendeva da lui poiché adesso l’assessore competente era Gennaro Campanile (e basta! un altro compagno di squadra! stavolta nella non meno gloriosa Pace-Novottica 80). Credevo che ci fosse un po’ più di sinergia all’interno di una giunta comunale e che la realizzazione di atti approvati dal consiglio comunale non dipendessero dal cambio di un assessore. Soprattutto se una giunta è composta in larga parte dalle stesse persone di quella precedente che ha approvato gli atti.

    Comunque sia tra le tante cose previste nel Piano del Verde una delle più importanti è la realizzazione di un grande polmone verde per la città il cui nucleo portante è il Parco della Cesanella: la vasta area che va dal Molinello fino alla parrocchia della Cesanella. È l’ultima occasione per Senigallia (stretta ormai per sempre tra le 8 corsie dell’autostrada-complanare) di avere un grande parco degno di questo nome. Speriamo proprio che non faccia la fine del parco delle saline. I primi segnali sono stati alquanto negativi con l’avvio di lottizzazioni varie all’interno dell’area.
    Una cosa è certa: la lista Senigallia Bene Comune si batterà perché il progetto del parco sia salvaguardato e più in generale perché sia rivalutato il Piano del verde come strumento di pianificazione urbanistica per il bene di tutti i cittadini…compresi i miei cari vecchi compagni di squadra.

  • Nel nostro agire mettiamo sempre al centro la persona

    Lucia OnoriMi chiamo Lucia Onori, ho 49 anni, sono laureata in Scienze Politiche, coniugata da 23 anni con Alessandro Mazzarini e sono madre di due figli.
    Sono impiegata in una cooperativa sociale di Senigallia che si occupa di servizi agli anziani. Nel tempo libero mi dedico alla formazione dei ragazzi e delle loro famiglie. Ho deciso di candidarmi alle prossime lezioni amministrative perché ritengo importante e necessario dare un contributo diretto in politica nella mia città. Ho scelto Senigallia Bene Comune perché ho piena fiducia nel candidato sindaco GIORGIO SARTINI, condivido con convinzione il programma politico e ho grande stima delle persone con me in lista.

    Mi occupo da diversi anni di cooperazione sociale e vivo la fragilità nelle diverse sue sfaccettature. In particolare, visto il mio profilo professionale e la mia esperienza familiare, intendo impegnarmi nell’ambito sociale, soprattutto per la tutela delle persone più deboli come i minori, i disabili e gli anziani.
    Il nostro progetto riguardante le politiche sociali vuole avere un approccio diverso alla persona in difficoltà. Nel programma presentato ai cittadini facciamo riferimento al Forum Europeo delle persone disabili che ogni anno premia le città che si sono distinte nel migliorare l’accessibilità per i disabili e gli anziani. Crediamo che, anche nella nostra città, si debba fare uno sforzo importante per rendere più fruibili e accessibili tutti i servizi e gli spazi cittadini a coloro che per diversi motivi non possono accedervi senza particolari ausili.

    Crediamo che Senigallia debba essere Città Aperta e libera da barriere architettoniche pertanto sarà nostra cura rendere la città sostenibile e accessibile a tutti. Una città che sa accogliere le fragilità è una città solidale, che sa guardare al futuro”.