• L’Amministrazione comunale continua a tartassare i cittadini


    bollettini-tariDurante la discussione del bilancio nella sesta commissione del 17/01/2017, siamo venuti a sapere che la T.A.R.I. per il 2017 vedrà un consistente aumento.

    Il motivo sarebbe nei maggiori costi dovuti allo smaltimento del gran quantitativo di rifiuti spiaggiatisi tra il 2014 ed il 2015, senza considerare quindi le quantità di rifiuti finite sul litorale nel 2016.

    Dal bilancio sociale 2015 dell’A.S.A. S.r.l. (Azienda Servizi Ambientali), che gestisce per i Comuni della vallata Misa-Nevola la discarica di Corinaldo, a pag. 47, si legge che “I dati relativi agli anni 2014 e 2015 risultano tuttavia condizionati dalla straordinarietà dell’evento alluvionale che ha colpito Senigallia e ha generato un aumento significativo delle tonnellate di rifiuti conferiti in discarica da parte di tale Comune socio. Pertanto, a parità di numero di residenti e di tariffa applicata dall’A.S.A., il dato statistico medio per i Comuni soci risulta praticamente raddoppiato”, passando da un costo pro-capite di 12,59 € a residente nel 2013 a 25,79 € nel 2015.

    Per scelte fatte da Provincia e Regione, che hanno determinato un aumento incontrollato del materiale spiaggiato e poi conferito in discarica, i cittadini di Senigallia pagano in maniera esagerata. Non solo. Ma nel 2016 abbiamo pagato lo smaltimento in discarica anche della sabbia!

    Invece di chiedere indietro i soldi indebitamente dati ai dirigenti come accertato dall’ispezione del Ministero, tutelando i cittadini, si continua nella scelta di mal amministrare e di tartassarli.

    Come purtroppo capita spesso, a pagare non è chi sbaglia ma il cittadino!

    Giorgio Sartini

    Consigliere comunale Senigallia Bene Comune

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  • Incarichi dirigenziali: il comune continua ad ignorare le irregolarità segnalate dagli ispettori del MEF

    SimboloL’amministrazione Mangialardi continua a negare contro ogni evidenza le irregolarità e le disfunzioni emerse dall’indagine eseguita dagli ispettori ministeriali.

    Nel discorso di fine anno nessuna menzione è stata fatta rispetto ad una ispezione che getta molte ombre sull’operato di questa amministrazione, molto lontana nei fatti dal concetto di trasparenza tanto declamato. Ignorare, anzi minimizzare ogni cosa è questa la parola d’ordine pur di non andare alle radici di una ispezione che identifica ben diciotto irregolarità che vengono definite “di maggior rilievo”.

    E’ di questi giorni la conferma di tutti gli incarichi dirigenziali (ben 6).

    Ma cosa dice il documento ispettivo di questi incarichi a termine?

    Nella relazione si legge (pagg 35-38) che il Comune ha fatto ‘amplissimo ricorso’ di contratti a termine per le posizioni dirigenziali (richiamando il TUEL art. 110) e in particolare in una specifica finestra temporale che va da 01/10/2010 fino al 01/11/2015.

    Grazie poi all’entrata in vigore della legge di stabilità 2016, dal 1 gennaio 2016 il comune ha potuto superare il limite di legge finora consentito per il conferimento degli incarichi dirigenziali andando oltre la soglia del 30%.
    Nel documento si legge … “stante la dotazione organica tempo per tempo vigente, è evidente che in tutto il periodo considerato l’ente ha superato le percentuali di legge. In primo luogo ha violato il limite fissato dell’art. 40 c.l. d. lgs 150/09 con gli incarichi conferiti ai dirigenti Brunaccioni Flavio, Filonzi Laura, Mandolini Maurizio, Mattei Paolo e Gianni Roccato tra ottobre 2010 e giugno 2011, scaduti il 1/08/2015 al termine del mandato sindacale.”

    Il documento poi al punto 10 continua affermando una “ errata modalità di finanziamento della retribuzione di posizione del coordinatore ATS (ambito territoriale sociale) n. 8, peraltro fissata in assenza di pesatura, con conseguenti riflessi sulla corretta determinazione dei fondi per il trattamento accessorio del personale dirigente 2011-2015, determinando eccedenze per complessivi 168.369,58 euro”.
    Collegato alla definizione degli incarichi dirigenziali  a pag. 32 gli ispettori si soffermano anche sul ruolo del comitato dei sindaci dell’Ambito Territoriale e Sociale 8 presieduto dal sindaco Mangialardi (Senigallia è il comune capofila).

    Leggiamo testualmente “Dagli atti citati risulta che il compenso aggiuntivo (del coordinatore di ambito ndr) è stato determinato in sede politica dal comitato dei sindaci dell’ambito territoriale e sociale n.8 violando il dettato dell’articolo 27  CCNL 23/12 /1999, che impone che  la determinazione della retribuzione di posizione dirigenziale sia preceduta dalla pesatura della medesima, sulla base di criteri tecnici”
    Perché il compenso aggiuntivo è stato definito in sede politica come affermano gli ispettori?

    Esiste una pesatura della posizione dirigenziale e se sì con quali criteri? Se c’è una palese violazione del contratto collettivo dove erano le parti sindacali in fase di contrattazione?
    Sappiamo ora attraverso la piattaforma del comune che nel decreto  n° 753 del 30/12/2016 è stato confermato l’incarico  di dirigente a Maurizio Mandolini anche come  – COORDINATORE DI AMBITO.
    Al di là dei nominativi che il comune ha deciso di confermare ciò che ci preme evidenziare come gruppo consigliare di opposizione sono queste reiterate anomalie finanziarie che nei fatti determinano un aumento del carico fiscale ai danni del cittadini e uno sperpero di denaro pubblico.

    Non possiamo accettare che aumenti di retribuzione vengano decisi in ‘sede politica’ come non possiamo accettare che vengano superate soglie di legge per i compensi dirigenziali quando i cittadini devono sopportare nei loro bilanci familiari tasse salatissime sui servizi. Non è populismo o qualunquismo politico cercare di selezionare personale qualificato che possa controllare la spesa pubblica limitandone al massimo gli errori e non è ammissibile la ‘discrezionalità politica’ quando si amministrano i soldi dei cittadini.

    Il MEF con questa ispezione ha chiesto a questa amministrazione interventi specifici e puntuali chiedendo un cambio di rotta. Per Senigallia Bene Comune questo non è avvenuto. Viene dato spazio a vecchi metodi fiduciari, poco intellegibili ai più, soprattutto nei processi di valutazione delle performance che necessariamente devono rispondere a dei criteri misurabili.

    Senigallia Bene Comune propone alcune linee di indirizzo:

    • Recuperare le somme dovute agli errori/irregolarità di natura contabile e amministrativa segnalati dal MEF in sede ispettiva.
    • Revisione tout court dei compensi dirigenziali.
    • Escludere in sede di selezione del personale dirigenziale e non ogni forma di discrezionalità  come afferma la corte costituzionale in merito ad una cosiddetta “dirigenza di fiducia” garantendo forme di pubblicità che assicurino procedure comparative di selezione. (pag. 37 documento MEF nota 72).
    • Estendere anche in sede di selezione dei dirigenti a termine il principio della rotazione per evitare ogni forma clientelare e discrezionale. Criterio sancito  specificamente dalla legge 50/2016 (art. 36, comma 1). per quanto riguarda gli appalti sotto soglia. (Su questo aspetto dedicheremo uno specifico approfondimento).

    La trasparenza per noi è questo.

    Senigallia Bene Comune

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  • Relazione del Ministero Economia e Finanze

    Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha effettuato un controllo nei giorni tra il 6 aprile e il 3 maggio 2016 nel nostro comune. I risultati di tale controllo sono stati 18 rilievi in merito ad irregolarità che il comune dovrà provvedere a sanare. Senigallia Bene Comune ha spedito un articolo che doveva uscire sul periodico comunale e giungere così a tutte le famiglie. Quest’anno però il periodico è stato deciso di non stamparlo ma di pubblicarlo on-line sul sito comunale (questo il link).

    Lo pubblichiamo quindi di seguito per poter far conoscere all’intera città quali sono i rilievi accertati durante l’ispezione del M.E.F. a cui i nostri “bravissimi” amministratori devono porre rimedio.

    Questo seguente il testo che abbiamo inviato per mantenerci entro i duemila caratteri richiesti:

    A SENIGALLIA NON ESISTE LA TRASPARENZA.

    La trasparenza viene sbandierata di continuo dai nostri amministratori ma la realtà è tutt’altra e il controllo avuto da parte del  Ministero dell’Economia e Finanza (MEF) dal 6 aprile al 3 maggio 2016 lo attesta in modo incontrovertibile.

    Per questa uscita senza usare nostre parole vi proponiamo quanto scritto dal Ragioniere Generale dello Stato: “Gli accertamenti svolti hanno posto in evidenza irregolarità e carenze sintetizzate nell’unito elenco, in ordine alle quali si invita l’Ente verificato ad assumere ogni iniziativa idonea alla loro eliminazione e all’accertamento delle eventuali connesse responsabilità. La relazione informativa sui provvedimenti adottati dovrà essere inviata, con nota a firma del rappresentante dell’Ente, a questo Dipartimento, rispettando l’ordine ed il contenuto dei singoli rilievi.

    I risultati dei provvedimenti ed interventi dovranno essere comunicati anche alla competente Procura Regionale della Corte dei Conti  … … Si rimane in attesa di conoscere l’esito delle iniziative intraprese dall’Amministrazione comunale per sanare le situazioni di rilievo emerse dall’ispezione.

    Nella II° commissione del 14 dicembre il sindaco mi ha chiesto di inviare a tutti i cittadini la relazione del MEF e per tale motivo vi informo che tutti possono conoscere le osservazioni e la lettera di trasmissione del MEF aprendo il sito www.senigalliabenecomune.it dove troverete, in ottemperanza a quanto richiesto in modo sprezzante ed arrogante dal sindaco durante la sua arringa in commissione, tutta la documentazione.

    Il MEF non aspetta controdeduzioni alle 18 irregolarità ma aspetta l’elenco di ogni provvedimento adottato per ogni rilievo e trasmesso con una numerazione identica a quella dell’elenco inoltrato al comune.

    Quindi “signor Sindaco” il tempo delle favole e delle non verità raccontate è finito.

    Per quanti ci vogliono seguire e dare suggerimenti potete seguirci su https://www.facebook.com/senigalliabenecomune o sul nostro sito http://www.senigalliabenecomune.it/

    Grazie.

    Per chi vuole documentarsi, come annunciato nell’articolo, qui trovate i link relativi a:
    Lettera del Ministero dell’Economia e Finanza
    Relazione Ispezione Ministeriale
    (nella relazione i nominativi presenti sono stati da noi oscurati )
  • Zitti Zitti e Sornioni…

    80706_mangialardi1Nelle ultime settimane Senigallia Bene Comune ha portato a conoscenza dei cittadini le gravissime questioni evidenziate dall’ispezione del MEF, eseguita dal 6 Aprile al 3 Maggio. Ci siamo chiesti, col passare dei giorni, come mai le varie coalizioni che hanno sostenuto il PD e fanno parte dell’attuale coalizione di maggioranza, non si siano fatte sentire e stiano tacendo, in particolare “La Città Futura”,  lasciando al sig. Sindaco pro-tempore il ruolo di “parafulmine”. Tanto silenzio era assordante, ma poi, analizzando le varie contestazioni presenti nella relazione, abbiamo capito. Una parte di esse riguarda la gestione delle risorse finanziarie e patrimoniali dell’ Ente, in particolare la perdita di controllo della cassa, causata dalla prassi consolidata, di far pagare la Tesoreria (Banca Marche …) in primis e poi far comunicare da questa al Comune l’effettuato pagamento, mentre dovrebbe essere il contrario, ovvero il Comune ad autorizzare la banca al pagamento: ciò fa sì che il Comune non sappia quanto effettivamente ha in cassa e  se abbia già pagato o meno. L’ispezione ha evidenziato, sempre nell’ambito delle irregolarità finanziario/patrimoniale, entrate straordinarie chiamate a coprire spese ordinarie,  l’adozione di misure del tutto insufficienti rispetto a quelle che si sarebbero dovute prendere, la gestione “imprudente” di crediti non esigibili, di cui probabilmente si conosceva già la non esigibilità visti gli atti contabili successivi, nonché condotte probabilmente elusive del patto di stabilità.

    Negli anni che vanno dal 2010 al 2015, il ruolo di Assessore alle Risorse Finanziarie e Patrimoniali, era Francesca Michela Paci, allora membro di spicco de “La Città Futura” ed oggi Presidente della stessa. Quindi le irregolarità riscontrate dagli ispettori, inerenti l’area dell’assessorato da lei ricoperto, dovrebbero essere sua responsabilità politica e amministrativa; da qui il silenzio della “Città Futura”? Meglio per loro se le colpe ricadono sul primo cittadino, su cui sono puntati tutti i riflettori, visto il suo personalismo, sperando che questo li aiuti ad “uscire puliti” dalla faccenda?

    Comunque, noi di Senigallia Bene Comune vigileremo che le responsabilità vengano accertate ed indirizzate ai legittimi destinatari, informando i cittadini puntualmente. “La Città Futura”  è stata parte determinante delle precedenti gestioni di Senigallia e lo è anche dell’attuale: resta zitta, sorniona, ma fa sempre la sua parte quando le viene chiesto in Consiglio Comunale ed i suoi esponenti hanno sempre ricoperto ruoli chiave nel governo della città. Quindi, perché “la stampella della maggioranza” dovrebbero essere esente dal giudizio disastroso di amministrazione della città, che sta uscendo alla luce in questi mesi, grazie all’infaticabile opera del Consigliere Sartini e dei suoi collaboratori?

    Noi di Senigallia Bene Comune ci chiediamo anche se sia opportuno continuare a tenere il conto presso Banca Marche, visti i “guai” di questa banca e se l’Ente ha avuto ripercussioni dalle difficoltà  che l’istituto di credito ha affrontato. Troviamo inoltre irrispettoso dei cittadini che hanno perso il loro patrimonio a causa delle politiche poco limpide e non etiche di questa banca, continuare a tenere il conto presso di loro, seppur nella nuova veste “ripulita”.

    Senigallia Bene Comune

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  • Referendum sulla fusione per incorporazione: i cittadini hanno scelto il NO

    GiorgioDueUna vittoria netta, precisa, schiacciante.

    I cittadini senigalliesi e morresi hanno detto NO a questa operazione decisa in tutta fretta dalla classe politica.

    Se tre mesi vi sembran pochi’… potrebbe essere un motto che calza a pennello a chi questo referendum lo ha voluto a tutti i costi, in sordina senza averlo comunicato adeguatamente ai cittadini.

    Ebbene sì, sono stati spesi circa 100 mila euro per gestire l’evento referendario ma di questi nemmeno un euro  per fare chiarezza ai cittadini su ciò che sarebbe successo ai due comuni.

    I cittadini hanno potuto informarsi solo attraverso qualche articolo, apparso sui mezzi di informazione, scritto prevalentemente da organi di partito, associazioni di categoria e dai due comitati ma dal Comune nulla a livello formale.

    Una fusione pensata in poco tempo, solo per avere denaro, “perché i treni quando passano bisogna prenderli”.

    Peccato che la politica quella con la “P” maiuscola è fatta di tempo, di ascolto,  di dialogo democratico, di cura della base e delle identità di ognuno. Nulla di tutto questo è stato fatto…ci sono i soldi che problema c’è?

    Il No di Senigallia Bene Comune fin dall’inizio nelle Commissioni e nel Consiglio Comunale, confermato dai cittadini, non è essere contro qualcuno ma contro un’operazione economica che non tiene conto di elementi oggettivi che da tempo abbiamo comunicato attraverso il nostro lavoro di forza politica di  opposizione. Eccoli.

    Oltre alle motivazioni  storiche che risultano essere  del tutto marginali  ciò che appare fondamentale  è la motivazione economica di questa operazione voluta principalmente dalla classe politica e calata dall’alto.

    Lo Studio di fattibilità (redatto in tutta fretta in estate) si basa solo sull’arrivo di 2 milioni, di presunti euro da parte dello stato centrale, per 10 anni e sulla possibilità di mantenere, per 5 anni, il livello occupazionale oggi esistente nelle due amministrazioni.

    Non chiarisce che la Municipalità non è un Comune, ma solo una diversa modalità di chiamare la vecchia Circoscrizione priva di potere decisionale e in futuro eliminabile allo stesso modo in cui è stata costituita senza possibilità di veto da parte dei Morresi.

    Non si sono individuate le criticità che l’incorporazione avrebbe prodotto arrivando ad affermare, nelle commissioni avute, che non ce ne sono.

    Non si sono chiariti i rapporti con l’unione dei comuni, esistente da oltre 15 anni, in cui Morro d’Alba è inserita e non abbandonabile, per statuto, prima del 2018; ecc.. ecc..

    Ma soprattutto non si è tenuto conto della reale volontà dei Morresi che chiedevano da subito, a gran voce e per iscritto con oltre il 35% di firme degli aventi diritto al voto, di non svendere il Comune a Senigallia ma di far funzionare l’Unione dei Comuni.

    Affermavano inoltre che non è in alcun modo conveniente fondersi per i cittadini di Morro e che non comprendevano il significato della razionalizzazione della rete amministrativa se nei fatti tutti gli uffici dovevano rimanere a Morro d’Alba.

    Che risparmio avrebbe potuto portare questa incorporazione?

    Questo progetto è nato male perché  si è perso l’aspetto essenziale del dibattito democratico ovvero la gestione dei processi.

    Per la maggioranza (composta ricordiamo anche dalla sinistra ecologista) era fondamentale arrivare al risultato ma questa volta non è stato quello sperato perché i cittadini hanno (per fortuna) capacità critica al di là dei proclami.

    Se per alcuni il dibattito,  il dialogo democratico appaiono come pratiche obsolete e inutili per  Senigallia Bene Comune no. Da questa esperienza abbiamo la conferma che occorre ripartire dai cittadini che sono il centro della vita politica di una comunità e che pertanto devono riappropriarsene.

    Solo una nota dolente: L’astensione.

    Auguriamo a Senigallia che da questa percentuale di votanti, poco più del 16% la più bassa in assoluto di ogni consultazione, si possa e si debba solo che migliorare.

    Un grazie di cuore ai cittadini di Senigallia che, con il loro voto, hanno dimostrato sensibilità verso una comunità, a noi culturalmente lontana, degna di rispetto per la sua identità e storicità.

    Giorgio Sartini

    Lista Civica Senigallia Bene Comune

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