“I have a dream”: io ho un sogno.
Questa breve frase del famoso discorso di Martin Luter King è entrata nella storia, divenendo il simbolo della capacità degli uomini di cambiare il mondo e soprattutto quando questo cambiamento sembra impossibile. Da allora, sappiamo che il sogno di un’umanità più giusta si può realizzare, anche se non tutto in una volta. Passo dopo passo fino ad arrivare ad un presidente degli Stati Uniti afroamericano.
Tutti quanti abbiamo un sogno di bene e di giustizia, qualcuno più grande e qualcuno più piccolo. E anche se pochi sono quelli destinati alle missioni eroiche e straordinarie, come quelle di King (il quale ha pagato con la vita), non di meno è giusto credere che si può cambiare il mondo anche perseguendo tanti piccoli sogni di bene, come per esempio può essere quello di un cittadino senigalliese il quale sogna di abitare in una città ricca di verde.
È ormai dimostrato ampiamente il beneficio che l’essere umano trae dal vivere in ambienti con una importante presenza della componente vegetale. I vantaggi che derivano dal considerare il verde in ambiente urbano un elemento fondamentale sono di tipo ecologico e ambientale, socio-economico, relazionale, estetico e psicologico.
Nonostante ciò, le priorità degli amministratori comunali in materia di urbanistica sembrano essere altre e mattone dopo mattone il nostro cittadino è sempre più frustrato.
Tutte le aspettative che egli aveva riposto negli interventi sulle aree derivanti da demolizioni o oggetto di interventi di riqualificazione per la città dal punto di vista della presenza di parchi e aeree verdi come previste dal Piano Strutturale del Verde sono state sistematicamente disattese.
Una dopo l’altra sono evaporate: quelli che dovevano essere i parchi di Cesanella e Saline sono divenuti dei simil impianti di arboricoltura da legno (la gente li chiama i cimiteri di guerra), l’ex Sacelit non si sa come andrà a finire, ma tutto meno che un parco per carità; piazza del duomo poteva divenire un vero gioiello se, oltre a liberare alla vista le facciate dei palazzi al posto di una pavimentazione insignificante dal punto di vista estetico e oltretutto foriera di sterili anacronistiche polemiche, si fosse optato per la realizzazione di quanto previsto proprio dal PSV, ovvero alberi a portamento colonnare sugli angoli, in modo da non nascondere le facciate, e verde orizzontale sul resto della piazza.
Ma il dogma Cervellati è prevalso insieme all’insensato conservatorismo del passato tal quale: via il verde da dentro le mura…altro che Pio IX. Certo che nei secoli passati non avevano bisogno del verde dentro le mura, il costruito era infinitesimo rispetto alla natura! Il nostro imperterrito cittadino sognatore chiude gli occhi e la vede questa piazza bellissima: un giardino adornato dalle facciate settecentesche!
Riapre gli occhi e pensa allo strano modo in cui sono andate le cose: prima sono stati abbattuti gli alberi perché malati come indicato dal PSV (ma allora quando fa comodo lo leggono) dicendo che ne avrebbero rimessi di nuovi, in numero inferiore ma sani. Gli alberi sarebbero stati nelle zone adibite a parcheggio.
Poi si ricorda che durante i lavori nessuna buca di impianto veniva lasciata e che aveva cominciato a nutrire dubbi sulla presenza futura degli alberi, pur rassicurato dal rendering grafico che continuava a campeggiare sulla porta del comando di polizia municipale. Poi effettivamente si venne a sapere che uno U.F.O (oscuro funzionario non identificato) aveva deciso di mettere gli alberi in vaso invece che in piena terra. E con gli alberi se ne sono andati pure i parcheggi.
Infine all’inaugurazione ancora niente vasi e niente alberi. Il cittadino sognatore trova interessantissima questa evoluzione del politicante pragmatico: prevenire la nascita dei noiosissimi comitati con progetti rassicuranti che poi vengono cambiati e stravolti senza coinvolgimento pubblico e secondo il gusto di un U.F.O. qualsiasi. Risultato fantastico: nessun comitato, nessuna protesta per alberi e parcheggi.
A questo punto però mentre il cittadino sognatore pensa a questa strategia davvero efficace del politicante pragmatico viene assalito da un terrore improvviso. Si ricorda infatti che lui ha ancora un ultimo sogno piccolissimo, quello relativo all’area dello stadio Bianchelli. Lì è stato suggerito dal PSV di proseguire idealmente il parco della Pace e contemporaneamente trasferire lo stadio comunale potenziando quello esistente alle Saline che è di fatto già il polo sportivo della città.
Ora, sempre il cittadino sognatore, ha il terrore che il politico pragmatico e lo zelante l’U.F.O ripropongano la stessa strategia. Si sentono già voci di nuovi centri commerciali, di parcheggi… nessuno parla di verde. Ma il cittadino sognatore non si vuole rassegnare e coltiva ancora la speranza in una politica più capace di ascolto e di costruire una città più verde, più a misura d’uomo.
“I still have a dream”
Gruppo Consigliare Senigallia Bene Comune
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