Piano di distruzione del verde?


Alla notizia dell’abbattimento degli alberi ubicati vicino alla stazione su viale Bonopera si stanno registrando diverse reazioni da parte sia di singoli cittadini che di forze politiche. Anche a noi di Senigallia Bene Comune il discorso del verde urbano sta molto a cuore visto che la tutela ambientale era uno dei sei punti qualificanti il nostro programma.

Chi vuole altre informazioni, oltre a quanto riportato in questo articolo, può guardare il video che abbiamo realizzato:

Premesso che il verde presente in città è per lo più il risultato di interventi privi di una logica progettuale, stratificatisi nel tempo in maniera alquanto incoerente; che l’area in oggetto ha un valore molto basso da qualsiasi punto di vista lo si guardi (ecologico, funzionale, ornamentale, sociale) e che quindi non ci scandalizziamo della possibilità di una sua “sostituzione” con un’altra di maggior qualità come peraltro già auspicato nel Piano Strutturale del Verde; che i pini non sono tra le specie più adatte ad essere utilizzate in ambiente urbano e oltretutto, dicono gli esperti di valutazione di stabilità, sono difficilissimi da “leggere” con la semplice analisi visiva.

Tutto ciò premesso, per non essere scambiati per dei “giacobini” dell’ambiente (di quelli per intenderci che anni fa facevano i seat-in di protesta contro la potatura degli alberi) vorremmo evidenziare alcuni aspetti.

Senza entrare nel merito della relazione agronomica, come altri hanno fatto con argomentazioni difficili da dimostrare, una cosa va però detta. E cioè che, come previsto dal protocollo della Società Italiana di Arboricoltura che è il riferimento principale per l’analisi VTA (Visual Tree Assessment) essa avrebbe dovuto concludersi con giudizi individuali di stabilità, con tanto di prescrizioni su ogni singola pianta, e non con una sentenza sull’insieme dell’alberata. Tant’è che leggendo la relazione uno si aspetta di trovare la maggior parte delle piante fuori asse e con inclinazioni importanti e invece le piante con grandi inclinazioni del fusto sono pochissime. Ma tralasciando questo aspetto ciò che non è competenza del tecnico, e che quindi è totalmente inappropriato compaia nella relazione, è il riferimento all’”auspicato” parcheggio.

Il tecnico doveva dare un parere tecnico sulla stabilità degli alberi non se in quell’area poteva essere fatto un parcheggio, o un campo da tennis o qualsiasi altra cosa. Queste decisioni spettano alla politica.

E allora la gestione e la progettazione del verde e la qualità della vita dei cittadini che da esso deriva è la vera questione. Non tanto se vengono rimosse piante messe a dimora decenni fa con sesti di impianto assurdi. Qual è il vero programma ambientale dell’amministrazione comunale? Sarebbe bello riprendere in mano il programma elettorale del PD e delle sue lista civetta.

Il verde urbano per la maggioranza che governa Senigallia ha importanza quasi nulla. Ricordate Piazza del Duomo con i manifesti affissi del progetto che presentava tranquilli cittadini a passeggio accanto a promettenti alberelli? Avete presente il Parco della Cesanella? Doveva essere il fiore all’occhiello della città! Risultato: piante messe dall’autostrada in filare senza senso alcuno. Il Parco delle Saline? Lasciamo perdere.

Ora è chiaro che se togli parcheggi da Piazza del Duomo almeno in parte devi andarli a recuperare. La logica che segue il comune è solo questa. Nessuna pianificazione e quindi nessuna garanzia che tolti gli alberi se ne piantino di nuovi e in zone limitrofe. Perché è ovvio che se abbatto delle piante in centro e ne pianto altre al Vallone non è vero che ho il bilancio in pareggio. Non è un conto algebrico quello da fare.

È per questo che si mobilitano i cittadini, perché si stanno accorgendo delle vere intenzioni dell’amministrazione comunale. Dopo gli ennesimi inganni rappresentati dal parco della Cesanella e da piazza del Duomo (anche tutta questa storia di quant’è bella la piazza oggi come se con un po’ di verde nei punti giusti come indicato nel famigerato Piano del verde invece sarebbe stata bruttissima!) molti cittadini hanno capito quanto rispetto reale c’è per l’ambiente da parte di questa amministrazione. Ben vengano le proteste ma non tanto per la brutta pineta della stazione quanto invece per la mancanza totale di una strategia politica in materia di verde pubblico capace di farne un elemento fondamentale per la qualità della vita dei cittadini.

Nota dolente in conclusione. Sbagliamo o nella maggioranza ci sono i Verdi (Sinistra Ecologia e Libertà) che da noi si fanno chiamare “La città futura”? Non è stato l’assessore Ceresoni che volle fortemente il Piano Strutturale del Verde? Possibile che venga costantemente disatteso? Possibile che non si alzi mai una voce di dissenso sulla sconsiderata gestione dell’ambiente da parte dell’amministrazione comunale? Mai neanche un distinguo? Anzi in maniera stucchevole qualcuno da questa parte politica imputa alla cittadinanza di non aver difeso la vegetazione ripariale del Misa devastata dalle ruspe che, è bene ricordarlo, anche prima del 2014 venivano erroneamente usate per la cosiddetta “pulizia del fiume”.

Interventi nefasti e dannosi che hanno aumentato i fenomeni erosivi delle sponde fluviali. Roba da non credere! Ma vuoi vedere che sono stati i cittadini a ordinare questo scempio e non i politici? E se invece i cittadini rovesciassero la questione? Dove erano i “cittadini futuri” paladini dell’ambiente quando sterminavano i tremila alberi di cui parla Scaloni nel suo articolo? Che cosa hanno fatto concretamente per la corretta gestione dell’asta fluviale? E per la realizzazione del Parco della Cesanella (altro che bosco urbano)?

Ma stiamo ponendo troppe e inutili domande a cui nessuno si degnerà di rispondere.

La verità è solo una: più che La Città Futura dovremmo chiamarli La Poltrona Sicura.

Lista Civica Senigallia Bene Comune

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