Proroga senza gare per la piscina Saline


PiscinaSalineE’ del luglio scorso la notizia riguardante il commissariamento della Uisp senigalliese in riferimento a dissidi interni alla società sportiva e alla successiva nomina provvisoria di Simone Cecchettini, conferitagli direttamente dal direttivo nazionale. Questo è il presente della UISP locale dunque, con un neo tesserato alla guida di una società che da molti anni gestisce impianti sportivi e servizi vari a Senigallia.

E’ invece di quattro mesi fa la lettera a firma del sindaco Mangialardi (avente come oggetto la ‘Gestione piscina Saline’ prot. 29927 del 14/05/2015) dove si comunica, nei fatti, alla Presidente del comitato UISP di Senigallia la proroga di ben due anni per la gestione della piscina delle saline.

La lettera giustifica (si fa per dire) che tale scelta è stata fatta ‘dando seguito agli incontri svolti di recente e agli approfondimenti degli uffici comunali’… incaricando scrive sempre il sindaco ‘il dirigente dell’Area Persona di predisporre gli atti necessari per la continuità della vostra gestione nel prossimo biennio’.

Di quali incontri parla il sindaco e che tipo di approfondimenti sono stati svolti negli uffici comunali tanto da giustificare una lettera che di fatto ‘anticipa’ un rinnovo di convenzione?

Senigallia Bene Comune, stando ai documenti, si chiede perché il sindaco scrive di ‘scadenza di affidamento della convenzione della piscina delle Saline’ e contestualmente comunica alla Presidente (ora dimessa) di aver posto in essere tutta la documentazione necessaria per il rinnovo (continuità) della gestione alla UISP per il prossimo biennio.

Se stanno così le cose, siamo autorizzati a pensare che il sindaco abbia anticipato mediante lettera un rinnovo di convenzione della piscina Saline alla UISP prima del reale affidamento, in barba alle normali regole di trasparenza che chiedono procedure tramite gare d’appalto e che coinvolgano le diverse società sportive del territorio senigalliese e non.

Ci stiamo sbagliando quando osserviamo che tale lettera, di proroga-rinnovo convenzione, è arrivata alla presidenza quindici giorni prima delle elezioni amministrative? Ci sbagliamo se chiediamo, in vista dei rinnovi delle convenzioni tra società sportive e comune, regolari gare d’appalto che valutino realmente la professionalità delle società in base ai principi di efficienza, competenza e professionalità?

Sembra lecito pensare che certi modi di amministrare a Senigallia rimangano sempre gli stessi, uno stile che come lista civica abbiamo più volte denunciato. Perché? Perché la nostra mentalità è ormai distorta e così l’amoralità è la cifra della normalità. Non ci meravigliamo più di niente; anzi ci meravigliamo dell’onestà, della trasparenza, della legalità. Questo è vero nelle piccole cose come nelle grandi. E così è normale per esempio che lo sport sia considerato dalla politica come un metodo di consenso elettorale. E’ normale che gli impianti sportivi pubblici (cioè pagati da tutti i cittadini non evasori) siano dati in gestione ad organizzazioni private senza un bando pubblico per l’assegnazione, magari ad un costo ultra agevolato. Ed è anche normale che per usufruire per esempio della piscina pubblica (o di altro impianto sportivo) al cittadino venga chiesto di tesserarsi alla tal organizzazione. E’ normale pure che un Comune spenda denaro pubblico per una società di calcio privata. E’ normale, ma forse questo non tanto, che ad una associazione di Senigallia che voleva fare una manifestazione al palasport, un dirigente di una delle società di basket abbia chiesto per l’affitto di una giornata 1.500,00 €. Ma a che titolo? E in base a che listino? Forse le società di basket pagano 1.500 euro al giorno al comune per l’utilizzo degli impianti? Ah già, dimenticavamo, è normale!

La storia di Senigallia Bene Comune richiama a principi di trasparenza e di cittadinanza. Ci sembra che la città di tutti tanto declamata rimanga uno slogan se alla resa dei conti il modus operandi targato PD è sempre lo stesso, ovvero la ‘città degli amici’. Chiediamo un approccio professionale ‘poco personale’ alla gestione della cosa pubblica, chiediamo di vedere pubblicate le convenzioni stipulate e chiediamo gare d’appalto visibili e partecipate.

Le domande sono tante, forse troppe, e i cittadini ormai ‘normalizzati’ a questo governo sono stanchi di vedere i soliti stili e le solite appartenenze di bandiera. Amministrare è un’altra cosa, non è creare la macchina del consenso ma è seminare nell’attesa che qualcuno ne raccolga frutti per tutti e non per qualcuno.

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