Rassegniamoci a Campanile


Rassegniamoci a Campanile

Alcuni giorni fa è stato pubblicato l’articolo del consigliere d’opposizione Campanile
“Rassegnamoci, a Senigallia ci saranno altre alluvioni.”

Consigliere Campanile quando afferma: “Da anni si discute (non facendo nulla) dCampanilei come evitare che la città sia colpita dalle esondazioni del Misa alla sua foce, che si trova di fatto in città.” ha ragione e noi di Senigallia Bene Comune lo sappiamo molto bene come lei ben sa.

Pertanto questa affermazione oggi non le sembra “onestà intellettuale a scoppio ritardato” visto che dal 2014 al 2020 era in giunta con Mangialardi? Tra l’altro ammette pubblicamente che la giunta Mangialardi e quindi anche lei in qualità di assessore non ha fatto nulla per i problemi idraulici del Misa per ben 6 anni.
Il resto, a partire dalla sua asserzione che “l’acqua si è riversata “naturalmente” a sud del Viale IV Novembre”, è una semi verità  perché la rottura dell’argine avvenuta a Borgo Bicchia ha sommerso  dapprima Borgo Bicchia, poi Borgo Molino, poi il Campus scolastico di Via Tommaso d’Aquino e solo successivamente le aree a valle.

Anche l’affermazione: “Una onda di piena che superasse ponte Zavatti e Ponte Garibaldi troverebbe nel nuovo ponte del Corso 2 Giugno un ostacolo insormontabile in altezza a causa della fiancata unica in metallo. Sarebbe inevitabile il tracimamento laterale e l’innalzamento del livello del fiume fino al Ponte Garibaldi.” non è reale. Perché fa questa affermazione? Nella dinamica fluviale, qualunque sia l’entità dell’onda di piena in transito, il ponte Zavatti non potrà mai interferire con essa poiché il suo intradosso di trova ben due metri sopra la sommità degli argini.

Il contrario dicasi per l’attuale ponte Garibaldi che non riuscirebbe in alcun caso a far transitare una portata tale da arrivare all’intradosso del nuovo ponte 2 giugno. Ciò avviene per motivi tecnici che non stiamo qui a spiegare in quanto tecnicamente risulterebbe troppo lungo da spiegare.

Inoltre il Consorzio di Bonifica delle Marche nonha introdotto, nel progetto esecutivo del 2019, un’opera idraulica che sembra un pannicello caldo riscoprendo uno scolmatore che collegherebbe il fiume con le darsene attuali trasformandole in vasche di espansione” perché ha programmato il più grosso spreco di risorse disponibili, o che troveranno disponibilità, per realizzare uno scolmatore che durante gli eventi di piena non riuscirà a funzionare. Per poter funzionare lo scolmatore necessita che vengano effettuati interventi meccanici tramite degli operatori che operano sulla banchina.  Queste operazioni risultano, se non impossibili, di CostoScolmatoredifficile esecuzione durante la fase emergenziale di un colmo di piena. Tutta questa genialata pensata dal Consorzio di Bonifica per una modica spesa che (come potete vedete nella tabella presente nell’immagine) risulta 12 – 15 volte maggiore di quanto Senigallia Bene Comune ha messo nel suo programma per realizzare non uno scolmatore ma ben due scolmatori efficienti.  (Questo il link 30 ottobre 2015 convegno: “Fiume Sicuro” tenuto a San Rocco)

Infine per chiudere, senza cercare il pelo nell’uovo, non sappiamo che tecnici collaborino con lei ma le affermazioni evidenziate “L’acqua melmosa e piena di detriti invaderebbe le darsene, (1)peraltro poco capienti, prima di riversarsi in mare, seguendo un (2)percorso tortuoso, alzando le imbarcazioni e (3)mettendole in pericolo. Il porto non sarebbe più protetto ed andrebbe incontro ad interramento.” sono fuori luogo perché:

  • essendo lo scolmatore una apertura aggiunta verso il mare l’invaso della darsena che sia di un milione di metri cubi o di cento metri cubi è completamente ininfluente per il suo funzionamento giacché la quantità d’acqua che riesce a smaltire dipende unicamente da due fattori: la sezione minima e quella massima di passaggio presenti tra l’apertura dello scolmatore e la sua foce in mare;
  • il percorso non è tortuoso in quanto risulta un canale parallelo all’attuale. Le tre darsene, a parte la terza (quella per intenderci dove sono presenti i banchi per la vendita del pescato) sono interessate marginalmente dalle correnti di circolazione della piena dell’acqua;
  • le barche non si trovano sulla linea di scorrimento della piena quindi l’unica azione che subiscono è quella d’innalzarsi di 50 – 100 cm in base al livello che raggiunge l’acqua nelle darsene. Affrontano pertanto un effetto di innalzamento accelerato similare a quanto avviene tutti i giorni con la bassa e l’alta marea.

Che il porto s’interri o s’insabbi è indubbio ma questo accade già tutti i giorni dell’anno a causa delle mareggiate e delle correnti marine;  per porvi rimedio, come sta già accadendo, vengono effettuate apposite operazioni di dragaggio.

Con lo/gli scolmatore/i, se dovesse arrivare un’altra alluvione, basterà invece utilizzare una idrovora (i giorni successivi senza aspettare decenni) per risucchiare i depositi pervenuti dal fiume con una spesa contenuta di alcune migliaia d’euro contro i 160 milioni d’euro di danni provocati alla nostra città (non contando morti, feriti e traumi generati nei cittadini)  dall’alluvione del 2014.

Il progetto del parco fluviale non può definirlo da visionari perché è una soluzione ecologica e turistica che abbiamo valutato attentamente ed è percorribile. Tant’è che è stata inserita nel nostro programma elettorale per dare alla nostra città l’atteso rilancio turistico, offrire nuovi posti di lavoro, consentire lungo il suo corso, a cittadini e turisti, di poter svolgere varie attività all’aperto e, da non dimenticare assolutamente,  tramite adeguate opere idrauliche consentirà di gestire le piene del fiume con portate doppie e oltre rispetto a quella del 2014.

Ci preme infine ricordare, come certificato dalla perizia redatta dal tecnico nominato dal Tribunale nel Processo per l’alluvione, che l’onda di piena del Misa non è stata eccezionale: per capirci meglio “non c’è stata alcuna bomba d’acqua il 3 maggio 2014”!

 

Direttivo Senigallia Bene Comune

 

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