Senigallia Bene Comune ha valutato sin dall’inizio l’operazione dell’Unione dei Comuni, come una operazione puramente partitica, uno strumento da parte del PD per mantenere il controllo su territori che gli stanno sfuggendo di mano, a causa della frattura tra questo partito ed i cittadini, oramai sintonizzati su altri sentimenti della politica, ben diversa da quella rappresentata dal PD.
Da qui i sindaci del PD, con a capo Mangialardi, hanno lavorato a questo progetto alla chetichella nelle segrete stanze per (stando alle loro dichiarazioni) ben due anni, tenendolo nascosto ai cittadini.
L’Unione è stata adottata come piano di riserva, vista la sonora bocciatura da parte degli elettori senigalliesi e morresi della tentata fusione con Morro d’Alba; la “garanzia” della fattibilità dell’Unione risiede proprio nel fatto che i cittadini non dovevano esser consultati. Sia mai che il PD.dia voce ai cittadini…
Come accaduto per la fusione, anche per l’Unione, la giunta senigalliese si è ben guardata dal tenere incontri informativi con i cittadini …non ci venissero poi a dire, come accaduto il giorno dopo il referendum comunale del 23/10/2016, che non c’era stato tempo per farlo. In realtà ciò che manca a questi amministratori è la volontà di rendere partecipi i cittadini, ecco cosa manca!
Abbiamo evidenziato in più sedi le criticità di questo progetto di unificazione, ribadendolo in Consiglio Comunale e votando contro di esso.
L’Unione, non solo introduce ulteriori costi di gestione per attività già previste ed implementate con lo strumento delle convenzioni, già operativo e meno oneroso, ma livella verso i costi di Senigallia, esosi all’inverosimile, i costi per i cittadini dell’entroterra, ben più contenuti: per fare un esempio i cittadini di Senigallia pagano in tasse, pro capite, 1.000,00 € l’anno contro i 500,00 € di Ostra (fonte: studio di fattibilità Unione); si configura quindi una azione “predatoria” da parte dell’amministrazione senigalliese nei confronti dei Comuni dell’entroterra.
Tale Unione mette insieme realtà distanti tra loro, con un bacino demografico senigalliese superiore a tutto il bacino demografico degli altri comuni aderenti all’Unione, dando così a Senigallia, per statuto, un potere spropositato rispetto agli altri comuni.
I conti presentati dai relatori del progetto dell’unione sono talmente poco convincenti che i redattori di tale business plan sommario, non hanno neppure avuto il coraggio di firmarlo ed è pertanto stato presentato in forma anonima: nessuno se ne è assunto la paternità.
Per tutti questi motivi, e molti altri, la lista civica Senigallia Bene Comune, plaude all’iniziativa di avviare un Comitato per il NO all’Unione, condivide l’iniziativa del Comitato che si è costituito, auspica incontri con la cittadinanza per dare una corretta informazione ed invita i senigalliesi a firmare la petizione.
Senigallia Bene Comune
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