• Protezione civile: il sindaco non risponde, perché?


    FiumeSicuro4Con la nostra ultima interrogazione (allegata), avremmo voluto sapere dal Sindaco:

    • “con quale atto, indicando tipologia di atto, data di adozione e protocollo è stato integrato l’organigramma del C.O.C.”, in considerazione della carenza di cinque unità alla data dell’alluvione;
    • “se e quando è stata avviata la procedura per rivedere il Piano di Emergenza alla luce di quanto avvenuto il 03/05/2014, prevedendo la sua applicazione ai territori già classificati nel P.A.I. come R3 ed alle zone drammaticamente colpite dall’evento alluvionale del maggio 2014”;
    • e “se e quando è stata avviata la procedura per rivedere il Piano di Emergenza alla luce di quanto avvenuto il 03/05/2014, prevedendo di sanare le criticità emerse dai lavori della Commissione Speciale”.

    Il Centro Operativo Comunale “alla data del 3 maggio 2014 risultava essere ancora quello nominato dal Sindaco Angeloni il 20 dicembre 2002. Essendo trascorsi undici anni e mezzo da allora, alcuni componenti sono andati nel frattempo in pensione senza essere sostituiti:

    • ​il responsabile supplente della Funzione 2 (Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria);
    • ​il responsabile e il responsabile supplente della Funzione 7 (Strutture Operative Locali e Viabilità);
    • ​il responsabile e il responsabile supplente della Funzione 9 (Assistenza alla Popolazione).”;

    (relazione di minoranza del Presidente della citata Commissione Speciale pag. 8).

    La stessa Commissione ha evidenziato alcune criticità del Piano di Emergenza ed in considerazione di ciò avremmo voluto sapere se ed in che modo il Comune ha avviato l’iter per superarle.
    Queste tre semplici domande, ma che riguardano argomenti importantissimi come la sicurezza dei cittadini, sono rimaste prive di risposta da parte del Sindaco.
    Il Sindaco nel prendere la parole ha esordito con un più che eloquente “Cosa le devo dire?”; ci sarebbe piaciuto ricevere risposte precise, anziché il solito sproloquio privo di contenuti e ricco di un politichese vecchio ed arrogante.
    Avremmo voluto avere delle risposte precise, nell’interesse della Città.
    Invece il Sindaco ha concluso l’intervento promettendo che le risposte arriveranno in maniera scritta; siccome da novembre stiamo ancora attendendo la risposta scritta in merito alla questione della convenzione con la U.S. Vigor, temiamo che anche questa cada nel dimenticatoio.
    Ma, visto l’argomento, pretenderemo una risposta scritta.

    Senigallia Bene Comune
    Giorgio Sartini
    Consigliere comunale

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  • “Biogas e sicurezza della città”: due pesi e due misure

    SimboloCome Consigliere della lista civica Senigallia Bene Comune intendo replicare al comunicato a firma “Lista Vivi Senigallia” in merito alla mozione contro il Biogas, e mi rivolgo ai suoi esponenti in Consiglio, Bedini, Brucchini e Beccaceci.

    La questione della scelleratezza del progetto in discussione, soprattutto in considerazione dell’alluvione del 3 maggio 2014, dovrebbe esser stata sollevata già dall’estate del 2014 dal gruppo di cittadini che aderivano al Movimento5Stelle.

    Il Sindaco chiese nel gennaio 2015 (prot.n. 6373) alla Regione ed all’Autorità di Bacino di approfondire compatibilità dell’impianto con gli eventi del 3 maggio 2014; non ci risulta, salvo prova contraria, che gli enti abbiano riscontrato la richiesta del Sindaco il quale ha inviato il primo sollecito solo il giorno prima del Consiglio comunale. Di questa seconda lettera ne abbiamo avuto conoscenza e preso visione in sede di riunione dei Capigruppo Consiliari, da me richiesta nell’ultimo Consiglio per fare una sintesi delle tre mozioni presentate e votarne una sola.

    Durante l’incontro dei Capigruppo, non trovando convergenza sull’ultima richiesta presentata dalla maggioranza, il Presidente del Consiglio spingeva per tornare in Consiglio e votarne una ad una. Mi sono opposto affermando che era possibile trovare una sintesi tra le tre proposte similari e il consigliere Brucchini ha rotto lo stallo proponendo di aggiungere “fino alla foce”.

    A tal punto ho chiesto d’inserire “anche alla luce del prossimo intervento idraulico in località Brugnetto”. I Cinque stelle hanno richiesto, e ottenuto, di aggiungere che la mozione contenesse l’impegno a trasmetterla ai componenti del tavolo tecnico per il rilascio dell’autorizzazione dell’impianto di Biogas.

    Il nostro voto quindi impegna il Sindaco, che è anche Presidente dell’Anci Marche, ad attivarsi per impedire che il progetto, così come inizialmente previsto, venga realizzato. Il voto dato a questa mozione è lungi dall’essere “prova del riconoscimento della visione e dell’azione del sindaco Mangialardi di carattere strategico sulla problematica” anche perché se veramente vi fosse stata una visione ed azione strategica, allora il Comune – prima nella persona dell’Assessore Mangialardi e poi del Sindaco Mangialardi – dal 2004 al 2016 non si sarebbe limitato a chiedere la disponibilità della Provincia a dragare il tratto finale del fiume/porto-canale solo due volte: solo due volte a breve distanza – 4 mesi (il 07/04/2004, prot. n. 20943 ed il 10/08/2004, prot. n. 47710).

    Come esponente della lista civica intendo infine tranquillizzare i miei Colleghi di maggioranza: ogni qualvolta in Consiglio verranno discussi argomenti a favore del bene comune, il mio voto sarà favorevole. A differenza, purtroppo, della maggioranza stessa.

    Quando proposi, infatti, lo studio di fattibilità della pista ciclabile che collegasse alcuni borghi con il centro, la mozione venne bocciata dalla maggioranza e quindi anche da voi (che votaste contro anche al semplice rinvio in Commissione). Quando invece nell’ultimo Consiglio, il Collega Bedini ha presentato la mozione per la pista ciclabile Marzocca-Senigallia, il sottoscritto ha votato a favore dell’invio in Commissione. Questo, purtroppo, è strumentalizzare il ruolo istituzionale a discapito dei cittadini.

    Visto che concludete il vostro comunicato con il solenne impegno a vigilare “affinché la sicurezza idrogeologica dell’intera vallata venga garantita”, devo rivolgervi il seguente invito formale: impegnatevi per la sicurezza della città ed opponetevi, ad esempio, alla realizzazione di oltre 60 posti auto interrati a pochi metri dal fiume, in zona R4.

    Inoltre essendo, come Gruppo Consiliare nella maggioranza, avrete certamente saputo che il 02/03/2016 la Regione ha chiesto al Comune il parere in merito all’Assetto di Progetto del Misa ed il Sindaco l’08/03/2016 ha espresso condivisione ed apprezzamento su quanto elaborato. Se così non fosse come condividete al vostro interno decisioni così importanti?

    Ma ancor prima di ciò, non vi sembra che un documento così importante debba essere portato a conoscenza dell’intero Consiglio Comunale, prima, e poi dell’intera città prima di essere trasmesso?

    Giorgio Sartini

    Consigliere comunale “Senigallia Bene Comune”

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  • Dragaggio del Porto-Canale: a chi spetta?

    foce-fiume-300x225Con nostra interrogazione scritta del 22/02/2016 abbiamo chiesto al Sindaco di conoscere se è stata fatta richiesta scritta, alla Regione Marche o alla Provincia di Ancona, di dragare il tratto finale del fiume Misa, quello che va dal ponte della ferrovia alla foce: quando e quante volte” e se il primo punto è affermativo chiedo copia delle lettere inoltrate e delle eventuali risposte pervenute”.

    Vista la celere risposta, con relativi allegati, pervenuta il 23/02/2016 (prot.n.13279), abbiamo letto con attenzione quanto inviato (si veda l’allegato 1), trovando alcune “sorprese”.

    Prima di analizzare la risposta del Sindaco, va citato l’art. 53 lett. B) della Legge regionale 17/05/1999 n. 10 (“Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli Enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell’ordinamento ed organizzazione amministrativa”) in forza del quale: Sono attribuite ai Comuni le funzioni amministrative concernenti: b) l’esecuzione delle piccole manutenzioni nel settore della difesa del suolo e la pulizia dei tratti degli alvei dei fiumi, dei torrenti e dei corsi d’acqua”.

    In forza anche di tale legge regionale, venne in pratica attuato il decentramento amministrativo e di fatto il Comune di Senigallia subentrò alla Regione nella gestione dell’area portuale; tale subentro si realizzò con la determinazione dirigenziale n. 990 del 19/07/2002 (allegato 2). La stessa legge regionale è stata poi richiamata nella recentissima determina dirigenziale n. 1006 del 08/10/2015 (allegato 3) riguardante l’affidamento di aggiornamento caratterizzazione sedimenti marini per il dragaggio dell’avamporto e zona imboccatura del porto di Senigallia.

    Fatte queste premesse, passiamo ad analizzare la risposta del Sindaco del 23/02 u.s. per vedere in cosa sono consistite quelle che il primo cittadino ha definito comunicazioni formali ed ufficiali di “pressione politico/amministrativa” affinché i soggetti giuridicamente competenti e responsabili provvedessero a mettere in campo le azioni necessarie all’escavo del porto canale”; ovviamente lasceremo “cadere nel vuoto” le ripetute sollecitazioni verbali sempre finalizzate a caldeggiare con insistenza gli interventi di pulizia del tratto finale del fiume”, di cui nulla potremo mai sapere con certezza. Limitiamoci quindi agli atti ed andiamo a leggerli.

    La prima lettera ufficiale che il Comune di Senigallia invia alla Provincia è del 07/04/2004 (prot. n. 20943) (allegato 4) con cui venne segnalata “la necessità di procedere alla escavazione dei fondali nella parte terminale del Fiume Misa” e, considerando che questa Amministrazione ha realizzato due interventi di escavazione dei fondali, uno nella zona di imboccatura del Porto e l’altro all’interno della darsena peschereccia n. 1, utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Regione Marche in attuazione al decentramento amministrativo che trasferisce funzioni e competenze sui Porti direttamente ai Comuni”. E proprio perché il Comune è conscio che “lo scivolamento a valle, come in effetti sta già avvenendo, della enorme quantità di ghiaie e limi presenti accumulatesi nella parte terminale del Fiume Misa” rischia di vanificare gli interventi svolti, l’Ente – anziché diffidare la Provincia dall’intervenire immediatamente, cosa che ogni buon padre di famiglia avrebbe fatto – si limita a chiedere “la disponibilitàa finanziare l’intervento di escavazione dei fondali del tratto terminale del Fiume Misa” e giunge anche a quantificare quello che sarebbe stato il costo: 66.000,00 €. oltre I.V.A.

    Non è dato sapere se la Provincia abbia o meno riscontrato questo “invito alla disponibilità”.

    Con nota del 28/07/2004 (prot.n.2344) l’Ufficio Locale Marittimo di Senigallia scrive direttamente al Comune e per conoscenza alla Regione (ma nulla alla Provincia), richiamando gli interventi del Comune di escavo terminati il 16/06/2004, grazie al quale le quote dei fondali erano di – 3,50 mt, segnalò che “le quote dei fondali si sono ridotti e continuano a ridursi a causa del continuo rilascio di materiale inerte accumulatosi negli anni lungo il canale” (allegato 5). E proprio per ovviare a tale problematica, l’Ufficio Locale Marittimo chiede al Comune di “procedere all’escavo di tutto lo specchio acqueo del canale principale con inizio dal ponte della ferrovia e per tutta la sua lunghezza fino all’imboccatura senza soluzione di continuità”.

    A questa nota, il Comune risponde il 10/08/2004 (prot. n. 47710) rispondendo all’Ufficio Locale Marittimo e per conoscenza alla Regione e, sebbene non tra i destinatari della lettere del 28/07/2004, anche alla Provincia, con cui altro non fa che dichiararsi concorde con quanto segnalato e richiama la lettera del 07/04/2004 (allegato 6).

    Dall’agosto 2004 si passa al dicembre 2011 e, stando a quanto inviato dal Comune, pare di capire che nulla accadde per circa sette anni. Il 07/12/2011, infatti, con raccomandata a.r. (prot. n. 63978) il Comune inoltra alla Regione chiarimenti su alcuni progetti ed evocando il “problema dell’utilizzo del porto canale per l’ormeggio dei natanti da pesca è strettamente connesso alla scarso fondale dello stesso … L’escavo del canale è, oggi, competenza della Provincia la quale è stata più volte sollecitata in tal senso”; premesso che non si cita in base a quale norma la competenza sarebbe stata della Provincia né quanto sarebbero avvenute queste molteplici sollecitazioni, oggi possiamo dire – sulla scorta dei documenti allegati alla risposta del Sindaco – che questi solleciti avvennero sette anni prima (allegato 7).

    Passano cinque mesi ed il 23/05/2012 il Comune scrive alla Regione (prot. n. 26362) facendo presente che il Comune aveva chiesto l’escavo alla Provincia, citando le note del 07/12/2011, del 07/04/2004 e del 10/08/2004, ed evidenziava che l’ente provinciale non aveva risposto alle richieste. Concludeva poi il Comune facendo presente che nel 2008 vi era stato un sopralluogo tra tecnici del Comune e della Provincia al quale però non vi è stato alcun seguito (allegato 8).

    Dal maggio 2012 ad oggi il Comune, purtroppo anche alla luce dell’alluvione del maggio 2014, non è intervenuto direttamente né ha diffidato la Provincia ad intervenire.

    In conclusione, ammesso e non concesso che la competenza all’escavo sia della Provincia, il Comune ha chiesto dal 2004 al 2016 la disponibilità dell’ente provinciale ad intervenire per ben due volte, il 07/04/2004 ed il 10/08/2004, come dire “pressanti e continue richieste”.

    Avremmo gradito meno passerelle, meno tagli di nastri, meno fotografie e più fatti, più diffide, più interventi, più oculatezza nella gestione della cosa pubblica.

    Senigallia Bene Comune
    Giorgio Sartini – Consigliere comunale

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  • Risarcimento danni agli alluvionati o finanziamento?

    DanniAlluvione5Come funzionerà il sostegno promesso dallo stato agli alluvionati?

    L’11 marzo 2016 è apparso su alcuni quotidiani on line un articolo a firma della Senatrice PD Amati, dal titolo “Il MEF dia rapido seguito ai contributi stanziati per l’alluvione”.

    Ebbene, questo articolo altro non è che la risposta inviatami dalla Senatrice Amati ad una mia email con cui ponevo alcune domande (allegato 1).

    Volendo conoscere le norme della legge di stabilità 2016 che riguardano i fondi per i soggetti danneggiati da eventi calamitosi, ho reperito i commi dal n. 422 al n. 428 (allegato 2); leggendoli mi sono sorti alcuni quesiti, che esporrò dopo aver riportato quanto previsto dalla legge.

    Primo. “Al fine di dare avvio alle misure per fare fronte ai danni occorsi al patrimonio privato ed alle attività economiche e produttive … … si provvede, per le finalità e secondo i criteri da stabilire con apposite deliberazioni del Consiglio dei ministri … … mediante concessione da parte delle Amministrazioni pubbliche indicate nelle medesime deliberazioni, di contributi a favore di soggetti privati e attività economiche e produttive, con le modalità del finanziamento agevolato” (comma 422).

    La norma quindi non parla di risarcimento, ma di “finanziamento agevolato”; come ogni finanziamento, la somma ricevuta deve essere poi restituita.

    Secondo. “Per le finalità di cui al comma 422, i soggetti autorizzati all’esercizio del credito (quindi le banche) individuati nelle deliberazioni del Consiglio dei ministri adottate ai sensi del medesimo comma, possono contrarre finanziamenti … … assistiti dalla garanzia dello Stato … … al fine di concedere finanziamenti agevolati … … ai soggetti danneggiati dagli eventi calamitosi … … nel limite massimo di 1.500 milioni di euro … …” (comma 423).

    Il comma quindi prevede che anche le banche possono concedere finanziamenti agevolati e garantiti dallo Stato, nel limite massimo di un miliardo e cinquecento milioni di euro senza però specificare se questa somma sia annua o meno; ma sull’aspetto temporale torneremo più avanti.

    Terzo. “In caso di accesso ai finanziamenti agevolati accordati dalle banche … … in capo al beneficiario del finanziamento matura un credito di imposta, fruibile esclusivamente in compensazione, in misura pari, per ciascuna scadenza di rimborso, all’importo ottenuto sommando alla sorte capitale gli interessi dovuti, nonché le spese strettamente necessarie alla gestione dei medesimi finanziamenti” (comma 424, prima parte).

    Ad ogni annualità di rimborso del finanziamento avuto, quindi, l’alluvionato godrà di un credito di imposta.

    Quarto. “Le modalità di fruizione del credito di imposta sono stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate nel limite di 60 milioni di euro annui a decorrere dal 2016. Il credito di imposta è revocato, in tutto o in parte, nell’ipotesi di risoluzione totale o parziale del contratto di finanziamento agevolato” (comma 424, seconda parte).

    Parrebbe, quindi, che dal 2016 per ogni anno saranno disponibili fondi per un totale di sessanta milioni di euro.

    Quinto. “I finanziamenti agevolati, di durata massima venticinquennale, sono erogati e posti in ammortamento sulla base degli stati di avanzamento lavori relativi all’esecuzione dei lavori, alle prestazioni di servizi e alle acquisizioni di beni necessari all’esecuzione degli interventi ammessi a contributo dalle amministrazioni pubbliche di cui al comma 422 … … in tutti i casi di risoluzione del contratto di finanziamento, il soggetto finanziatore chiede al beneficiario la restituzione del capitale, degli interessi e di ogni altro onere dovuto. In mancanza di tempestivo pagamento spontaneo, lo stesso soggetto finanziatore comunica alle amministrazioni pubbliche di cui al comma 422, per la successiva iscrizione a ruolo, i dati identificativi del debitore e l’ammontare dovuto … …” (comma 426).

    Il finanziamento potrà quindi avere durata massima di venticinque anni e se l’alluvionato/beneficiario non riuscirà a rimborsare il prestito, diventerà debitore e la sua posizione verrà “passata” ad Equitalia per l’iscrizione a ruolo del suo debito.

    Fatte queste premesse, pongo alcuni quesiti:

    • Perché si parla di finanziamenti, seppur agevolati con il credito di imposta, e non di risarcimenti?
    • La cifra di un miliardo e cinquecento milioni è prevista solo per il 2016 oppure è da suddividere per la durata dei finanziamenti, ovvero venticinque anni?
    • A che punto è l’iter previsto dai commi in questione, il Consiglio dei Ministri ha adottato quanto di sua competenza? Il Ministero dell’economia e delle finanze ha fatto altrettanto? Il direttore dell’Agenzia delle Entrate?
    • Perché collegare il finanziamento agevolato necessariamente a dei lavori, alla prestazioni di servizi ovvero all’acquisizione di beni necessari all’esecuzione degli interventi? Chi ha già eseguito i lavori, magari accendendo con sacrifici un mutuo, potrà partecipare?
    • E’ previsto che i finanziamenti agevolati vadano prima di tutto a quei nuclei famigliari che versano in condizioni patrimoniali e reddituali difficili?

    Sono domande che reputo legittime e che hanno come unico scopo quello di capire cosa intende fare lo Stato per persone ed aziende che sono state duramente colpite da eventi calamitosi.

    Ringrazio anticipatamente chiunque voglia apportare chiarimenti, rispondendo a queste domande.

    Giorgio Sartini – Consigliere Comunale Lista Civica  “Senigallia Bene Comune”

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  • Sulla vasca di espansione a Brugnetto

    Vasche2Nell’ultimo periodo si parla molto della vasca di compensazione idraulica da realizzare a Brugnetto di Senigallia. C’è chi, come il Sindaco Mangialardi ed il geometra Ivano Sbrollini di Borgo Bicchia, ne tesse le lodi come la panacea di tutte le alluvioni, e chi la dipinge come un’opera pericolosa, con problemi di efficienza e sostenibilità.

    Oggi, come con il precedente articolo sul dissesto idrogeologico, cercheremo di fare un po’ di chiarezza in merito alle due posizioni esistenti. Ci auguriamo anche che il Sindaco Mangialardi voglia indire un’assemblea pubblica per discutere dell’argomento, visto che a quella da noi indetta a San Rocco il 30 ottobre 2015 non sono intervenuti né lui né le numerose autorità e tecnici invitati.

    Il nostro fiume, nei secoli, ha causato alla città diversi allagamenti. Nel passato le alluvioni arrivavano quasi ogni anno e per tale motivo i proprietari dei fondi agricoli hanno realizzato le arginature attuali (per proteggere le culture dei campi e il bestiame); mentre le autorità cittadine realizzarono il cavo Penna che fungeva da fosso scolmatore per proteggere il centro abitato. Dopo aver completato gli argini in campagna e realizzato gli argini in muratura in città, decisero di eliminare il cavo Penna. Successivamente, negli anni ‘50, il fondo del fiume nel tratto cittadino dal ponte Garibaldi al ponte della ferrovia, fu cementificato lasciando un canale centrale ad una quota più bassa che, per la sua ridotta sezione, consentiva anche con piccole portate idriche di mantenere pulito l’alveo del fiume dai depositi trasportati. Poi arrivarono le ultime modifiche alla foce del fiume, realizzate a partire dal 2008 per il distacco dell’ingresso del porto dalla foce del fiume. Da quel momento, l’esigenza di mantenere la foce del fiume aperta in modo funzionale passò in secondo piano nei lavori programmati dall’amministrazione comunale, o meglio all’ultimo posto.

    Quali sono state le modifiche importanti apportate alla foce?

    • Prolungamento della banchina di ponente del fiume, per proteggere dall’insabbiamento l’ingresso al porto. La modifica ha però permesso al mare l’insabbiamento continuo della foce del fiume, costituendo una sorta di ostacolo allo scarico a mare del sedime trasportato dal fiume, tanto che è affiorato un isolotto alla foce.
    • Si smise di dragare il fondale del fiume nell’ultimo tratto, perché le barche non dovevano più transitarvi e quindi non era
      “necessario” mantenerlo a profondità di navigazione. Risultato: col tempo il fondale è passato da – 4,5 metri di profondità, ad un valore medio minore di un metro, riducendo di fatto a circa un terzo la sezione in cui l’acqua in arrivo dal fiume può defluire in mare.
    • “Dulcis in fundo” i tecnici del comune decisero la chiusura del collegamento tra la 3° darsena e il fiume riducendo ulteriormente la capacità di deflusso a mare delle piene del fiume: capacità variabile in modo significativo in base alle condizioni di agitazione del mare.

    Alla città di Senigallia andò bene perché dopo i lavori ci furono anni di scarsa piovosità fino al 2010, poi la situazione cominciò a mostrarsi agli occhi di tutti: ad ogni pioggia, un po’ sopra la media, il fiume creava preoccupazione perché lambiva o stava per lambire l’intradosso dei ponti cittadini.

    Anche l’incuria degli argini e la mancata manutenzione degli alberi in alveo, cresciuti a dismisura, ha consentito che il 3 maggio 2014, con una portata d’acqua che fino al 2008 era tranquillamente smaltibile, si verificasse la maggiore inondazione che la città di Senigallia ha subito dal 1900.

    A riprova di quanto affermato, a pag. 22 del Rapporto di Evento della Protezione Civile si legge in merito alla portata del Misa che “I valori registrati nel corso dell’evento del 2-4 maggio sono stati superati negli anni 1991, 1995 e 2005 come evidenziato nelle figure (43 e 44)” (Allegato 1).

    Oggi l’unica direzione intrapresa delle Amministrazioni Pubbliche, Autorità di Bacino, Provincia e Comuni della vallata, concerne il rappezzamento degli argini danneggiati e la costruzione di una “vaschetta di compensazione idraulica”.

    Saltiamo a piedi pari gli interventi effettuati sugli argini ed alla vegetazione, di ciò potremo parlare in un altro appuntamento, e soffermiamoci sull’intervento per realizzare la vasca.

    Quando si progettano simili opere idrauliche, per eseguire i calcoli idrici, si assumo i dati relativi alle massime piene transitate o transitabili nel tratto in cui si effettua l’intervento; nello specifico abbiamo un valore riscontrato dalla Protezione Civile Regionale tra i 500-600 mc/s o anche superiori nel maggio 2014, e “Questi valori sono comparabili alle piene storiche del 1940, 1955 e 1976” (Rapporto di Evento 2-4 maggio 2014 – pag. 27 della Protezione Civile) (c.s. Allegato 1); il genio civile arriva a indicare una portata massima di 900 mc/s alla chiusura del bacino (Allegato 2). Il progetto delle vasche è datato 2012 e quindi è stato redatto senza tenere conto delle reali esigenze idriche alla luce dell’evento del 2014.

    Ne deriva che sono state calcolate con una strozzatura che consente di far transitare solo 300 mc/s pur avendo avuto in tale tratto dell’alveo una portata doppia o ancora superiore. Presumiamo che tale valore derivi dalla quantità d’acqua attualmente transitabile alla foce dopo le chiusure operate con i lavori portuali. In realtà alla foce sono transitate più volte portate superiori ai 300 mc/s (con valori tra i 450-550 mc/s) quindi il valore cautelativo di transito alla foce, prima di aver rifatto i ponti cittadini a campata unica e dopo avere riaperto però la foce, è di 450-500 mc/s. Con una portata di calcolo pari a 450-500 mc/s la vasca d’espansione servirà a colmare i reali picchi di portata e non a cercare di porre rimedio gli errori creati alla foce (errare è umano, perseverare è diabolico) e potrà garantire un tempo di sicurezza da 4 a 5 volte superiore a quello che avremo con dimensionamento a 300mc/s.

    Altro fattore da non sottovalutare con una portata di 450-500 mc/s è che la laminazione potrà avvenire, senza creare la strettoia in cemento, prevista in progetto per portare la sezione del fiume da 80 metri a 16 metri, ma semplicemente abbassando l’argine del fiume esistente in corrispondenza dell’inizio della vasca. Tale procedura è stata personalmente verificata essere consueta sui corsi d’acqua della vicina Emilia Romagna. (Allegato 3)

    Per mantenere l’invarianza idraulica a monte della vasca, prevista dalla norme vigenti, una soluzione perseguibile è di lasciare un corridoio tra la vasca e la provinciale Corinaldese per far defluire l’acqua uscita da eventuali rotture in sponda sinistra che avvengano a monte, come accaduto nel 2014. Ciò servirà inoltre ad evitare che le zone artigianali di Casine di Ostra e della Bassa di Ripe subiscano inondazioni di un metro o più rispetto a quanto è accaduto nel 2014.

    La soluzione prospettata consentirà anche di non dover rifare, e quindi non spendere altri milioni di euro, il ponte tra Bettolelle e Brugnetto. (Nell’attuale progetto il ponte sarà interdetto alla circolazione, anche dei mezzi di soccorso, ad ogni allerta). Sempre riferita al ponte la soluzione può prevenire inoltre il suo eventuale crollo nel caso, più che ipotetico, si verifichi una parata del materiale trasportato sull’impalcato e il parapetto del ponte.

    Ovviamente il costo dell’opera, senza strozzatura e rialzo degli argini a monte dell’invaso, si ridurrà considerevolmente e tali risorse potranno essere utilizzate per realizzare i lavori necessari alla foce del fiume per la sua riapertura e i ponti cittadini che possono trovarvi copertura.

    Leggendo le relazioni del progetto, si evince che il tempo di riempiento della vasca è di otto ore (pag. 3 e 4 Relazione Descrittiva, a firma dell’arch. Principi Marcello e dell’ing. Alessandro Mancinelli, allegata al progetto: “1_relazione descrittiva vasche Misa”) (Allegato 4). Ma 1.000.000 di mc diviso 56 mc/s x 3600 sec/ora = dà un tempo di 4,96 ore che per effetto della reale capienza della vasca di soli 800.000 mc da un tempo di 3,96 ore. Il problema è che le portate reali sono ben superiori e pari a 600 – 700 mc/s e quindi il tempo di messa in sicurezza della città risulta pari a circa 46’ a 600 mc/s e 34’ a 700 mc/s.

    L’ultima domanda riguarda per quanto tempo nel maggio 2014 il fiume sia stato in piena, nonostante le 22 rotture e quindi i milioni di mc di acqua sottratti al fiume perché fuoriusciti dall’alveo. La risposta è 7-8 ore, quindi molte volte di più del tempo necessario al riempimento della Vasca di compensazione agricola.

    A cosa, ma soprattutto a chi, può servire un simile intervento che, a detta dello stesso ingegnere responsabile del progetto per la Provincia, riesce a stoccare solo un ottavo dell’acqua fuoriuscita il 3 maggio 2014?

    Come vedete le criticità sono tante e al riguardo i tecnici preposti non solo “non si degnano nemmeno di dare risposte di cortesia” alle domande e alle richieste d’incontro da noi trasmesse ufficialmente, ma rifuggono anche la possibilità di illustrare il progetto in incontri organizzati da Associazioni apolitiche ed apartitiche come Confluenze (si veda la “nota dolente” in calce al volantino Associazione confluenze – Allegato 5).

    Lista Civica Senigallia Bene Comune

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