• Seconda osservazione al P.A.I: a rischio alluvione anche i portici Ercolani


    La nostra lista civica ha presentato ben sei osservazioni al nuovo P.A.I. adottato dalla Regione:

    1. Estensione dell’area R4 all’area EX-SACELIT ITALCEMENTI
    2. Estensione dell’area R4 all’area tra via Portici Ercolani – via Delle Caserme – via Cavallotti
    3. Estensione dell’area R4 all’area compresa tra via Rossini e via XX Settembre – l.go Mare Mameli – via Monteverdi, Via Paisello, via Pizzetti e via Pierelli fino al fosso della Giustizia
    4. Estensione dell’area R4 all’area edificabile compresa tra il lato monte di Via Brodolini – Via Del Lavoro – Via Strada di San Gaudenzio
    5. Estensione dell’area R4 anche all’area compresa all’interno dell’area R4 individuata tra la confluenza del Misa con il Nevola e Casine di Ostra ma non individuata come R4
    6. Modifica delle opere realizzate per ridurre al minimo il rischio R4 nel Borgo Molino.

    Dopo il primo articolo in cui si è illustrata la richiesta di estendere all’area ex Sacelit Italcementi la zona R4, con questo articolo intendiamo portare a conoscenza della Città la osservazione numero due.

    Prima di entrare nel merito, occorre però fare una doverosa premessa.
    Ogni volta che in Italia succede un disastro ambientale che coinvolge un centro abitato, si sollevano domande su chi abbia potuto, ad esempio, dare le autorizzazione per costruire in un posto che si sapeva già essere pericoloso per chi ci sarebbe andato ad abitare.

    AreaPAI2Ecco, con questa osservazione si intende evidenziare la scelleratezza della decisione amministrativa comunale di far costruire l’isolato c.d. “Orti del Vescovo” con oltre sessanta posti auto interrati, il tutto a ridosso del fiume ed in una zona “a valle” – non perimetrata in alcun modo – rispetto a quella “a monte” prevista come R4.

    Con questa osservazione chiediamo infatti che la zona R4 sia estesa all’area tra via Portici Ercolani – via Delle Caserme – via Cavallotti, il tutto per una semplice questione di logica e di fisica.

    L’area si trova a ridosso dell’area R4 individuata dal Bar dei Cacciatori – ponte Garibaldi e via Portici Ercolani (Allegato 1) ad una quota al di sotto del ponte Garibaldi oscillante tra 50 cm (a 4-5 metri dall’argine in aderenza al ponte) ad oltre 110 cm sul piano stradale di via Delle Caserme.

    PAI2ImmagineInoltre l’argine che costeggia via Delle Caserme si trova a ben 170 – 180 cm sopra il piano stradale di via Delle Caserme .
    Nell’area oggetto dell’osservazione, l’ultima alluvione è avvenuta nel 1976 ed ha allagato tutta l’area sulla sponda destra della città come mostrano gli allegati 2 e 2A.

    Lo stato attuale gli argini è precario con profonde lesioni e spostamenti che sono indicativi di un possibile cedimento e/o rottura. E’ stato chiesto pertanto di estendere l’area R4, secondo le curve di livello esistenti, per allertare i residenti durante le emergenze e per evitare una prossima futura realizzazione di garage interrati e appartamenti/attività commerciali a piano terra nell’area denominata “ORTI DEL VESCOVO” come era previsto nella prima adozione del PAI – Delibera n. 15 del 28 giugno 2001 (Allegato 3).

    Giorgio Sartini

    Consigliere comunale Senigallia Bene Comune

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  • P.A.I. Il Sindaco non farà niente

    PAI_ImmagineSBCIn merito ai nuovi perimetri del P.A.I. adottati dall’Autorità di Bacino e dalla Regione l’08/09/2016, nel Consiglio comunale del 28/09/2016, il Sindaco ha affermato – a verbale – “ti danno trenta giorni di tempo per le osservazioni, rispetto alle quali io non faccio niente, niente, non scrivo niente, l’hanno fatto loro, loro si assumono le responsabilità” “perimetrano la città e fanno fare le osservazioni che non faccio … sapete perché? Perché sono pusillanime, non le faccio stavolta le osservazioni, non faccio, non mi interessa se han messo dentro gli alberghi del lungomare, non mi interessaio non faccio nientel’amministrazione non fa nessuna osservazione.

    Il Sindaco, quindi, prima autorità di Protezione Civile comunale, su una questione di estrema importanza per la sicurezza della Città, cosa ha detto che farà sul P.A.I.: nulla.

    Come Lista Civica, ci auguriamo che il Sindaco ci ripensi a quanto detto in Consiglio, ci rifletta e decida di esercitare gli strumenti a disposizione.

    Entro l’08/11 infatti il Comune potrà fare proprie osservazioni al nuovo P.A.I. e potrà presentare propri pareri sulle osservazioni avanzate dai cittadini (il termine è scaduto l’08/10/2016).

    Sindaco, risponda alla Città ad alcune domande:

    1. Perché “il Comune del fiume non sa nulla”, come da Lei affermato in Consiglio? Non ritiene forse il caso che il Comune si interessi del fiume e di come viene gestito?
    2. Perché ha detto che “avrebbe” perimetrato anche tutta la parte a sinistra del fiume, “perché quella mica l’ha indagata nessuno o, meglio, l’hanno indagata ed è un po’ fragilina”? Quale tratto è “fragilino”? Perchè non chiede di consolidare là dove è “fragilina”?
    3. Ci vuol far credere che la Regione, Ceriscioli, suo collega di partito, con il quale lei ha stretto il “patto della rotonda” sulla messa in sicurezza del fiume, non le abbia detto nulla che la Giunta regionale e l’Autorità di bacino stavano adottando il nuovo P.A.I.? Suvvia Sindaco.
    4. Sul piano comunale di protezione civile, lei ha affermato che vuole qualcuno che le faccia il piano per l’evacuazione di 20.000 persone, poi afferma che il “Comune si è già attrezzato”. Quindi, il piano di protezione civile comunale è o non è aggiornato? Il C.O.C. è o non è aggiornato ed operativo?
    5. Posto che lei ha detto “quindi stiamo tranquilli, o meglio non stiamo tranquilli”, i cittadini di Senigallia – rispetto alle modalità con cui la sua amministrazione si rapporta al fiume ed alla gestione della protezione civile comunale – come devono sentirsi: “tranquilli”o “non tranquilli”?

    Nei prossimi giorni faremo conoscere alla Città le sei osservazioni depositate dalla nostra lista civica.

    E per la scadenza dell’08/11/2016, Sindaco, mandi in Regione le osservazioni del Comune ed i pareri dell’Ente sulle osservazioni depositate dai cittadini.

    Giorgio Sartini

    Lista Civica Senigallia Bene Comune

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  • Entro l’8 ottobre le osservazioni ai nuovi perimetri del P.A.I.

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    P.A.I. Aggiornamento 2016

    Alzi la mano chi è a conoscenza che, con  decreto del Segretario Generale dell’Autorità di Bacino n. 49 del 27/07/2016 (Allegato 1), sono stati rivisti i perimetri del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.), a seguito della maledetta alluvione del maggio 2014.

    Alzi la mano chi è al corrente che la Deliberazione n. 68 del Comitato Istituzionale dell’08/08/2016 (Allegato 2) avente ad oggetto “L.R. 13/99 – D.A.C.R. n. 116/2004 – “Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI) bacini di rilievo regionale – Aggiornamento 2016” – art. 5 delle Norme di Attuazione (NA)”. – Delibera di Giunta Regionale – DGR – n. 982 dell’8 agosto 2016 “L.R. 25 maggio 1999, n. 13, “Disciplina regionale della difesa del suolo”, art. 12 – Misure di salvaguardia del “Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini di rilievo regionale – Aggiornamento 2016” è stata pubblicata l’08/09/2016 sul Bollettino Ufficiale della Regione Marche (pag. 25078); sempre nel Bollettino Ufficiale dell’08/09/2016 (pag. 24723) poi vi è la Deliberazione della Giunta regionale n. 982 dell’08/08/2016 (Allegato 3).

    Ebbene a distanza di oltre due anni da quei tragici giorni, le autorità regionali hanno rivisto le delimitazioni del P.A.I. e, basta porre a confronto le precedenti mappe con quelle nuove, balza agli occhi il notevole aumento (avvenuto purtroppo in via postuma) delle zone rosse, le c.d. R4.

    A quanto ci consta il Comune di Senigallia non pare abbia comunicato alla cittadinanza tali avvenimenti; con questo articolo quindi intendiamo informare quanti sono interessati che “Gli elaborati del Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI) – Aggiornamento 2016, redatti in forma digitale, sono consultabili, con possibilità di scaricamento dei singoli file, al seguente indirizzo internet: http://www.autoritabacino.marche.it/pai/pai2016/pai_agg2016.asp. – Con riferimento alla DCI n. 68/2016, l’art. 11 della L.R. 25 maggio 1999 n. 13 stabilisce la seguente tempistica per la formulazione delle osservazioni:

    • chiunque ne abbia interesse può presentare le proprie osservazioni entro i trenta giorni successivi alla pubblicazione nel B.U.R;
    • entro i successivi trenta giorni i Comuni trasmettono al Comitato istituzionale le proprie osservazioni motivate e quelle presentate dai cittadini corredate del proprio parere;
    • nei successivi sessanta giorni il Comitato istituzionale sulla base delle valutazioni espresse dal Comitato tecnico regionale esprime le proprie determinazioni sulle osservazioni ricevute e trasmette il piano alla Giunta regionale.”

    Entro l’08/10/2016 chi ha interesse quindi potrà presentare le proprie osservazioni. Invitiamo pertanto i senigalliesi a leggere attentamente le cartine della Città, così suddivise dall’Autorità di Bacino:

    Vi proponiamo anche una video intervista (dal canale YouTube di Senigallia Bene Comune)  nella quale vengono rese note alcune criticità che saranno oggetto di osservazioni.

    Gruppo consigliare “Senigallia Bene Comune”
    Giorgio Sartini, Consigliere comunale

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  • La situazione del dissesto idrogeologico

    Ovvero quando la prevenzione non porta voti
    Dissesto Idrogeologico

    In giallo i lavori per mettere in sicurezza il tratto finale cittadino

    Che il territorio italiano sia particolarmente fragile è testimoniato dal fatto che il 68% circa delle frane in Europa avvengono nel nostro paese.
    Siamo una ‘frana totale’ nella prevenzione.
    In compenso siamo degli assi negli interventi in emergenza ex-post.
    Abbiamo sviluppato la migliore protezione civile del mondo e tutti imparano da noi.
    Ma tutto questo non è particolarmente efficiente perché, come numerosi studi scientifici dimostrano, spendiamo somme spropositare per riparare i danni post-evento, che si sarebbero potute evitare ove si fossero spese somme di gran lunga inferiori in prevenzione (anche di 10 o 15 volte).
    Lo dice anche la saggezza popolare: ‘prevenire è meglio che curare’.
    Ma la politica non ci sente da questo orecchio. I soldi spesi in interventi eseguiti in sperduti anfratti, in letti di torrenti, in versanti di colline, non si vedono e quindi non portano voti.
    I soldi spesi in emergenza post catastrofe, per riparazione di drammatici danni e risarcimenti a danneggiati, invece hanno un grande impatto mediatico e quindi portano voti.
    Come analisi sarà cinica, e forse anche un po’ grossolana, ma se fate due più due, vi accorgerete che non siamo troppo lontani dalla realtà, guardate il risultato delle ultime elezioni cittadine per le promesse fatte.
    E’ il dissesto ideologico, la maggiore causa del dissesto idrogeologico. La maggior parte dei disastri, sono disastri annunciati. E spesso si ripetono nelle stesse aree geografiche. Ci sono in Italia zone, come quelle della Liguria e della Campania meridionale, ove periodicamente si contano i morti.
    Ciò non è casuale. Provate a prendere una cartina del mediterraneo.
    Tracciate delle linee che vanno dallo stretto di Gibilterra all’Italia. Le linee di mare più lunghe, senza che siano interrotte da isole o coste, sono quelle che puntano a nord in Liguria ed a sud sulla Campania meridionale. Queste linee vengono chiamate dagli ingegneri con il termine ‘fetch’.
    Non sono altro che corridoi sul mare aperto dove più a lungo possono svilupparsi venti senza che siano interrotti da qualche ostacolo e possono quindi caricare l’aria di grandi quantità di umidità presa dal mare e generare le più potenti perturbazioni atmosferiche, con la forza di veri e propri uragani, che sono la causa delle più grandi alluvioni. Ed ecco che periodicamente si verificano eventi importanti nelle zona di Genova e della penisola Sorrentina e relativo entroterra (disastri di Sarno, Quindici, Castellammare di Stabia, ecc.).

    La situazione a Genova comparata con Senigallia.

    Il 10 ottobre 2014 sono piovuti oltre 500 mm di pioggia su Genova ed il 4 novembre del 2011, sempre a Genova ne caddero quasi 500 mm in 5 ore, a Senigallia il 3 maggio 2014 ne sono caduti solo 72 mm in 6 ore.
    Esondano i fiumi ed i torrenti a Genova e sono sempre gli stessi: Bisagno, Fereggiano, Sturla e Scrivia.
    Si è parlato, in entrambe le città, di evento mai accaduto prima. Ma non è così. Il 4 ottobre del 2010, la quantità di pioggia era stata praticamente la stessa e a Senigallia fu così nelle alluvioni del 1976 e 1940. Alluvioni più gravi ci sono state in precedenza a Genova nel ‘93, nel ‘92 e nel ‘70 (quando i mm di pioggia furono addirittura più di 900) e a Senigallia nel 1855 e 1897. I danni ed i lutti a seguito di alluvioni non sono però sempre gli stessi. Molto dipende da quello che fa e da quello che non fa l’uomo.
    Enormi straripamenti di fiumi nel passato più o meno recente non hanno provocato gli stessi danni e lo stesso numero di perdite di vite umane degli ultimi tempi. Semplicemente perché le aree interessate dalle esondazioni non avevano insediamenti abitativi. Negli ultimi decenni le urbanizzazioni sono state, in alcuni casi, davvero dissennate. I cosiddetti ‘pianificatori’ urbanistici dalla licenza edilizia facile hanno dimostrato di avere la memoria sempre cortissima. Hanno consentito di costruire in aree dove si sapeva benissimo che prima o poi sarebbero arrivate le acque straripate. Pochi sanno, ad esempio, che una alluvione del fiume Arno, farebbe oggi molti più danni di quella famosissima del 1966, che è stata immortalata dai TG di tutto il mondo, perché sulle sponde del fiume, subito dopo l’evento disastroso, si è costruito moltissimo. In pratica ci fu una vera e propria corsa alla licenza edilizia da parte di tutti gli enti territoriali competenti prima dei divieti di edificazione attuati grazie alla la benemerita Commissione De Marchi (dal nome del grande ingegnere idraulico che la guidava).

    Non tutto deve andare male: quando si previene, i disastri non avvengono.

    La scelleratezza urbanistica permette di costruire dove i tecnici competenti sconsigliano di costruire, trattandosi di zone a rischio di alluvione o di frana o di dissesto. Questo comportamento denota una evidente stoltezza; non sarà il caso di smettere di maltrattare così il territorio?
    I programmi di tutte le forze politiche, nessuna esclusa, contengono parole altisonanti ed impegni solenni di lotta al dissesto idrogeologico.
    Ma, dopo le elezioni, i buoni propositi restano solo chiacchiere e anche quest’anno 2016 il nostro Consiglio comunale ha approvato degli emendamenti, all’ultima variante al PRG, che consentono di realizzare garage addirittura interrati a ridosso del fiume e di un’area R4 all’interno del progetto ‘Orti del Vescovo’.

    L’eccessivo consumo di territorio, con disboscamenti, cementificazioni ed impermeabilizzazioni del terreno (piazza Garibaldi totalmente cementificata e disboscata ne è esempio lampante) è da evitare assolutamente.

    Come lista civica riteniamo prioritarie queste riflessioni:
    • Occorre da una parte vietare ulteriori consumi di territorio, permettendo nuove costruzioni solo nella zone già urbanizzate, densificando e riqualificando l’edilizia di scarsa qualità del dopoguerra;
    • Imporre il cosiddetto criterio della ‘invarianza idraulica’. (Se, cioè, un determinato territorio, prima di realizzare un intervento di trasformazione, produce una certa quantità di acqua in occasione di determinate precipitazioni meteoriche, dopo la trasformazione deve mantenere costante questa quantità di acqua prodotta. Questo significa che, se si impermeabilizzano porzioni più o meno vaste di tale territorio, riducendo quindi le naturali capacità di ritenzione idrica del terreno originario, è necessario ed obbligatorio realizzare opere di cattura ed immagazzinamento delle acque di pioggia intensa, per poi restituirle alla natura solo successivamente allo scroscio di pioggia, in modo tale da evitare ogni danno da alluvione. Occorre quindi realizzare quello che gli ingegneri idraulici definiscono la ‘laminazione delle piene’.)
    • Occorre attivare le opere di manutenzione idraulica: la gran parte dei disastri sono causati dall’incuria, dalla ridotta capacità di portata del reticolo idrografico a causa di ostruzioni, interramenti, abbandoni di rifiuti ingombranti, crollo di alberi ed arbusti, ecc. Le operazioni di manutenzione idraulica andrebbero effettuate con regolarità, e consentirebbero, a conti fatti, di spendere meno e meglio, e, soprattutto, di evitare di piangere vite umane perdute;
    • Occorre realizzare opere idrauliche di accumulo e regolazione. L’acqua è elemento fondamentale di vita ma può causare danni e morti sia quando ce n’è troppo poca, sia quando ce n’è troppa. Occorre quindi usare la saggezza del buon padre di famiglia, che mette da parte le risorse nei tempi grassi per i tempi delle vacche magre. Quindi ci vogliono le vituperate dighe che immagazzinano le acque quando scorrono impetuose e possono causare danni e vittime, per poterle restituire quando piove poco e ce n’è più bisogno, ad esempio per irrigare i campi d’estate. (Basta studiare un po’ di storia, anche recente, per apprendere, ad esempio, che la città di Roma andava regolarmente sott’acqua tutti gli anni fino a pochi decenni orsono. Tanto è vero che le autorità papaline avevano organizzato un capillare servizio di barchini che percorrevano le strade romane allagate per distribuire pane agli abitanti costretti a casa dalle alluvioni, i quali lo ritiravano dalle finestre. Tutto questo è diventato solo un ricordo storico, grazie agli imponenti interventi idraulici dei cosiddetti ‘muraglioni’ ma anche grazie alle grandi dighe realizzate su alto e medio corso del Tevere, che consentono di ‘laminare’ le piene del fiume stesso.) Le stesse dighe produrrebbero energia elettrica gratuita e senza emettere CO2.

    Riteniamo prioritarie opere di presidio contro erosioni, frane e dissesti idrogeologici.
    Gli specialisti della materia conoscono perfettamente quali sono i versanti in frana, quali sono gli alvei dei corsi d’acqua in erosione, quali sono le aree a rischio di dissesto idrogeologico e sono perfettamente in grado di progettare gli interventi atti a scongiurare le catastrofi.

    L’investimento più produttivo che possiamo fare è quello della salvaguardia del capitale umano e del nostro territorio.
    Diamo quindi fiducia solo ai (pochi) decisori politici che lo hanno capito. Ma a Senigallia ci sono?

    Lista civica Senigallia Bene Comune

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  • Replica di Giorgio Sartini agli attacchi del Sindaco

    TreMagio1In merito al comunicato stampa da parte del Comune di Senigallia nel quale il Sindaco è arrivato a dire che il sottoscritto “ha completamente perso ogni senso della misura” e che sarei stato “costretto a una arruffata e frettolosa ritrattazione sui costi della riqualificazione di Piazza Garibaldi”, tengo a precisare alcuni aspetti.

    Come nostro costume, parleremo solo dei problemi nel loro merito lasciando cadere gli attacchi rivolti al sottoscritto e la mistificazione della realtà.

    In merito al progetto della vasca di laminazione, la nostra lista civica ha affrontato a fondo la tematica – con tecnici del settore e con l’aiuto del referente il Comitato – ponendo l’attenzione su una serie di criticità, studiando i numeri e facendo domande specifiche. Purtroppo da parte degli enti preposti quando sono giunte risposte, le stesse sono state evasive.

    Come noto nella mattinata di venerdì u.s., il sottoscritto è stato ricevuto in Prefettura dal Vice-Prefetto Dott. Paolo De Biagi il quale con molta attenzione ha ascoltato la relazione e ha preso una serie di documenti riguardanti la vasca di laminazione, la ristrutturazione del ponte Perilli, la chiusura del collegamento porto-canale/darsena.

    Avremmo voluto attendere un passo ufficiale da parte degli enti preposti, ma visto il pesante attacco rivolto dal Sindaco, per quanti desiderano approfondire il tema, alleghiamo la parte della relazione depositata nell’incontro in Prefettura relativa alla vasca di laminazione.

    Le sarà sfuggito forse Sig. Sindaco che “la legittima e opportuna richiesta, come quella pervenutaci nei giorni scorsi da parte di associazioni ambientaliste e di categoria, di prendere visione del progetto e approfondire la conoscenza dell’opera tramite il tavolo del Contratto di fiume” è stata sottoscritta anche da Senigallia Bene Comune; attendiamo quindi di conoscere la data dell’incontro per discutere di un
    progetto che purtroppo sta andando avanti.

    Mi auguro infine che non voglia ripetere l’errore di Piazza Garibaldi quando, a lavori inoltrati, Lei si è detto disponibile ad un confronto: ma quando c’è un progetto ed i lavori sono già avviati, quale confronto può esserci?

    In merito infine alla decantata ritrattazione che il sottoscritto avrebbe fatto sui costi di Piazza Garibaldi. La debbo smentire: nessuna ritrattazione c’è stata e mai ci sarà. La verità è una e solo una: i costi sono aumentati. Ma, stia tranquillo, su questo argomento avremo modo di tornarci in modo più esaustivo.

    Senigallia Bene Comune
    Giorgio Sartini Consigliere comunale

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