• A che rischio giochiamo?


    Sorge spontaneo chiedersi se a Senigallia i nostri amministratori hanno ideato un nuovo gioco a premi: “A che rischio giochiamo”.

    A Senigallia abbiamo tre Piani di emergenza:

    1. Piano emergenza Incendi di Interfaccia
    2. Piano emergenza Rischio Industriale
    3. Piano emergenza Rischio Idrogeologico

    emergenzaidroL’immagine a fianco è relativa al terzo piano quello per noi più importante e che può avere le più gravi ricadute, in termini di vite umane, il: “Piano urgente di emergenza per il rischio idrogeologico molto elevato.”

    Il piano, come enunciato già dal titolo dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, servire a salvaguardare l’incolumità della popolazione nelle zone R4 (Traduzione “R4”: Zone a Rischio Idrogeologico molto elevato).

    Ma è realmente così? La stesura del 2004 è stata aggiornata a maggio 2012 cioè due anni prima dell’alluvione del 3 maggio 2014. Ha funzionato? Guardando ciò che purtroppo è accaduto il 3 maggio direi proprio di no!

    A settembre 2016 è entrato in vigore il nuovo PAI Regionale e come lista civica ci siamo subito premuniti di preparare una mozione per far includere le nuove aree R4 nel Piano di emergenza per il rischio idrogeologico.

    Grandi ringraziamenti del sindaco perché, a sua detta, non gli era stata comunicata l’approvazione del PAI e Votazione n.6/1 unanime per modificare il Piano urgente di emergenza per il rischio idrogeologico del comune di Senigallia con le sole astensioni di Rebecchini e Mandolini e di Mangialardi che non ha votato.

    Ebbene oltre ad essere un piano praticamente inapplicabile, così come riportato sui giornali in merito alle indagini della Procura per l’alluvione 2014, non è stato fino ad oggi minimamente rivisto!

    In pratica vi voglio dire che è un piano che non può allertare la popolazione perché le sirene previste per allertare i cittadini, nelle fasi di preallarme e poi di eventuale allarme, non ci sono e le aree che, come deliberato in consiglio comunale con l’approvazione della nostra mozione, dovevano essere aggiunte, non sono state aggiunte.

    Sono passati quattro anni dall’alluvione e un anno e sei mesi dalla Seduta n.18 del 28/09/2016 in cui il sindaco affermava: “… … ha ragione Sartini, grazie, noi ci siamo mossi e quindi siamo già attrezzati, ma da domani diventa un problema enorme, perché è un problema di Protezione civile mondiale, qui ci vogliono gli elicotteri perché è una responsabilità enorme, non è un gioco, se è vero come è vero questo, se quelle è tutto R4 non si può giocare, devi avere un piano d’emergenza pensato non solo dichiarato perché uno che sta a Borgo Molino vuol sapere dove passa e dove va, …

    Allora la domanda che mi sorge spontanea è: “Ma la giunta sa cosa fa (anzi direi cosa non fa)?”

    Cari concittadini pregate perché, attualmente, è questo l’unico vero sistema che ha Senigallia per mitigare i rischi da alluvione; si perché la foce del Misa non è stata dragata, la banchina di Levante non è stata prolungata per proteggere dall’insabbiamento la foce del Misa, i ponti cittadini a campata unica e a via inferiore non sono stati realizzati e non sono neanche in progettazione e, ultima in ordine d’importanza per ridurre il rischio alluvione, la vasca delle Bettolelle non è stata realizzata.

    A dimenticavo sul sito del comune c’è anche un foglietto che spiega gli atteggiamenti da tenere prima, durante e dopo l’alluvione.

    Le informazioni contenute nel foglietto se applicate alla lettera, forse non vi permetteranno di salvare tutti i vostri beni, ma con tutta probabilità la vostra vita si.

    Quindi leggetelo perché con quest’ultima affermazione non sto minimamente scherzando!

    Giorgio Sartini – Senigallia Bene Comune

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  • C.O.C.: A quale Mangialardi dobbiamo credere?

    coc99Con due diverse interpellanze, a risposta orale (allegati 1-2), ho rivolto al sindaco tre domande relative al Centro Operativo Comunale ed al piano di emergenza comunale; né al Consiglio comunale del 6 aprile né a quello del 28 aprile sono state date risposte dettagliate, e non sono pervenute neanche con la nota scritta del 09/05/2016 (prot.n. 33941, allegato 3).

    In questo articolo mi soffermerò sulla vicenda del C.O.C., nei prossimi giorni ne uscirà un secondo relativo al piano di emergenza comunale, il tutto con una premessa doverosa. Ritengo fondamentale per una corretta gestione della pubblica amministrazione porre particolare attenzione su errori del passato, il tutto per trovare idonee soluzioni e per evitare che lo stesso errore possa ripetersi in futuro.

    Nel caso di specie è presupposto fondamentale, per una corretta risposta in caso di emergenza, che le funzioni del C.O.C. siano assegnate a personale comunale attivo e che lo stesso pianifichi, in tempo ordinario, cosa e come fare in presenza dell’emergenza.

    E’ emblematico, ad esempio, che le riunioni del C.O.C. del 3 e 4 maggio 2014 si siano svolte senza alcun tipo di verbale e che la verbalizzazione delle sedute è iniziata solo dal 05/05/2014. E’ importante, infatti, che al verificarsi di un’emergenza ci sia una figura deputata a verbalizzare le riunioni del C.O.C. e le relative decisione affinché ne rimanga traccia scritta.

    Quindi la mia attività di consigliere è mossa unicamente dal volere contribuire nella corretta gestione della cosa pubblica, senza alcun tipo di polemica. Come ogni cittadino potrà leggere, nelle mie interrogazioni mi sono attenuto rigorosamente ai fatti, senza alcun tipo di attacco alla figura istituzionale del Sindaco; mi rammarica che non si possa dire altrettanto del primo cittadino.
    Nella nota del 09/05/2016, il sindaco, dopo il solito attacco alla mia attività di Consigliere comunale, arriva a scrivere che “nel corso degli anni … si è ritenuto più opportuno, anche per una più efficace attività di coordinamento di tutto il personale comunale in emergenza, impiegare per tali funzioni le figure dirigenziali responsabili o comunque appartenenti alla struttura comunale.“; il sindaco poi continua scrivendo (anche con un errore perché quel “per se” dovrebbe essere “pur se”) che “Per tale motivo, per se non formalmente aggiornata la struttura operativa del COC che svolge le funzioni è la seguente: … …“.
    Dunque stando a quanto riferito dal sindaco Mangialardi dal 18/12/2002, data del decreto del sindaco Angeloni istitutivo del C.O.C., ad oggi i nominativi dei responsabili delle funzioni non sono stati formalmente aggiornati; ma nel corso degli anni sono subentrati i dirigenti.
    Bene, anzi male, malissimo, perché leggendo le relazioni (sia della minoranza che della maggioranza) della Commissione Speciale di Indagine sul punto, nulla di quanto oggi scritto dal sindaco si evince, anzi.
    Con tutto il rispetto per l’attività del presidente Mancini e per la relazione dal medesimo scritta, riprendiamo quanto scritto – volendo dar maggior risalto alla gravissima discrepanza che oggi emerge – nella relazione della maggioranza ove si legge, a pag. 25: “Alla data del 03/05/2014 il COC risultava carente di cinque componenti rispetto a quello nominato dal sindaco Angeloni il 20/12/2002. Infatti, nel corso degli anni, alcuni componenti erano andati in pensione senza che fossero numericamente sostituiti … … Il sindaco per la giornata del 03/05, ha affermato che il “COC è stato riunito in maniera continuativa” e che “il protocollo di emergenza è stato applicato alla lettera, non c’erano i nomi ma c’erano le funzioni (audizioni del 25.11.2014)“.

    Appurato dalla commissione che il C.O.C. al 03/05/2014 fosse carente di componenti, come si concilia con quanto scritto oggi dal sindaco? Che senso ha dire “non c’erano i nomi ma c’erano le funzioni”? Chi, se non le persone, svolgono le funzioni (ammesso, ovvio, che le stesse persone vengano avvisate di avere quella determinata funzione da svolgere)? Avendo partecipato a convegni sul sistema di Protezione Civile, sa bene il sig. sindaco che un’adeguata risposta da parte del C.O.C., nel corso di una emergenza, dipende dalla pianificazione svolta nel tempo ordinario; ma se mancavano i responsabili di alcune funzioni sino al 04/05/2014,cosa ha fatto il C.O.C. durante il tempo di non emergenza?

    Ma la cosa più grave, rispetto a quello che oggi il sindaco dice, è che dalla relazione della maggioranza risulta chiaramente che “Il 05/05/2014 il COC è stato rinnovato, rimpiazzando, anche formalmente, i vuoti di cui si è detto“. E’ chiaro quindi che il C.O.C. aveva dei vuoti relativi ai responsabili delle funzioni che, dopo il loro pensionamento, non erano stati sostituiti. E’ altrettanto chiaro, a differenza di quello che scrive oggi il sindaco, che il 05/05/2014 questi vuoti sono stati rimpiazzati, anche sotto il profilo formale. Ma allora perché oggi il sindaco dice che non c’è stata formalmente alcuna sostituzione? Ignora quanto avvenuto il 05/05/2014 sotto questo aspetto? Chi ha firmato l’atto con cui sono stati rimpiazzati le figure mancanti? Il dott. Fabrizio Volpini, che non risulta esser mai stato “figura dirigenziale” è ancora responsabile della funzione “sanità, assistenza sociale e veterinaria”? Oppure è stato sostituito (da chi, quando, con quale atto)?
    Il sindaco Mangialardi dovrebbe infine sapere che un Comune si amministra con atti ufficiali e quindi per modificare il decreto del sindaco Angeloni del 2002 è necessario quantomeno un atto similare firmato dal nuovo sindaco. Esiste questo decreto sindacale?
    Se vorrà rispondere, sig. sindaco, sappia che lo farà alla città e non tanto a me.
    Un’ultima cortesia. Nel rispondere lo faccia nel merito, citando i documenti con date e protocolli ed abbandoni il suo solito attacco al sottoscritto, grazie.

     Giorgio Sartini, 

    consigliere comunale per Senigallia Bene Comune

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