• Fusione per incorporazione Senigallia-Morro: “cui prodest” e perché tutta questa fretta?


    castelloA chi giova e perché tutta questa fretta? Queste sono le prime due domande, rimaste ovviamente senza risposta (al di là della retorica piena di parolone ma vuota di significato) dal dibattito svoltosi in Consiglio comunale il 02/09/2016, che si porrebbe chiunque fosse dotato di neuroni attivi.

    A chi giova? Posto che il vero motivo, almeno esplicitato a parole, è finanziario va detto che i tanto decantati due milioni di euro all’anno per dieci anni (di questi, uno andrebbe a Senigallia ed uno alla futura municipalità di Morro d’Alba) non sono soldi certi, anzi.

    Il Sindaco e la maggioranza hanno fatto finta di non ascoltare quanto evidenziato dal sottoscritto ovvero:

    • La copertura finanziaria del fondo nazionale da cui dovrebbero arrivare i due milioni di euro per la fusione non è garantita;
    • Il contributo annuo non è di due milioni di euro, ma può arrivare fino al massimo di due milioni di euro, son due concetti diversi;
    • Quanto indice per Senigallia un contributo che può arrivare al massimo ad una quota dell’1% del proprio bilancio annuo?

    L’impressione che abbiamo come lista civica è che, dopo aver alienato i “gioielli” comunali, si cerchi di “far cassa” con questa operazione, senza però andare ad intaccare gli sprechi; si rimanda quindi il problema alle prossime generazioni.

    Perché tutta questa fretta? Nell’ultimo Consiglio di luglio 2016, il Sindaco si era impegnato ad aggiornare l’assise cittadina sugli sviluppi del “Gruppo di lavoro”. Tanti sono stati gli aggiornamenti (per la cronaca, zero) che il 25 agosto è arrivata la convocazione d’urgenza della Prima Commissione per discutere dello Studio di fattibilità redatto dal “Gruppo di lavoro”, costituito con delibera della Giunta del 02/08/2016. Il Gruppo (sarebbe interessante sapere inoltre sulla base di quali criteri siano stati individuati gli “esperti”) quindi ha elaborato lo studio di fattibilità dal 2 al 25 agosto: veloci, velocissimi, tanto veloci da non aver consentito al Sindaco di aggiornare i Consiglieri sugli sviluppi del loro lavoro.

    Talmente veloci che, ad esempio, sotto l’aspetto economico non sono state prese in considerazione tutte le imposizioni fiscali/tributarie. E qui arriva la “perla amministrativa” frutto dell’accordo maggioranza/Paradisi-Rebecchini: votare sì alla proposta e quindi far proprio lo studio di fattibilità e poi indire serrate commissioni di approfondimento sugli aspetti non affrontati dallo “Studio di fattibilità”.

    Chiunque capisce l’illogicità di un simile ragionamento: voto sì, poi approfondisco la cosa. Ma cosa ancor più grave è che, nonostante il sottoscritto avesse portato a conoscenza del Consiglio quanto deciso dalla Corte Costituzionale nella sentenza 50/2015, la maggioranza ed alcuni Consiglieri di (almeno sulla carta) opposizione hanno votato a favore. Ebbene la citata sentenza afferma, al di là di ogni dubbio interpretativo tanto è stata chiara sul punto, che la competenza a deliberare sulla “fusione per incorporazione” spetta allo Stato e non, come scritto a pag. 8-9 dello Studio di fattibilità, alla Regione.

    Lor signori non si son posti neanche il dubbio, han tirato dritto talmente è urgente portare a termine questa operazione.

    Di seguito il mio intervento nella seduta del Consiglio comunale del 02/09/2016:

    Prima di entrare nel merito della pratica in discussione, sono doverose alcune premesse.

    La prima. Quanto è stato fatto e scritto dal gruppo di lavoro, anche se sarebbe cosa buona e trasparente specificare chi ne ha fatto parte e chi ha scritto lo studio di fattibilità, meriterebbe apprezzamento sulla fiducia. Purtroppo, visto che questo gruppo di lavoro altro non è che espressione della sola maggioranza partitica che amministra Senigallia, questa fiducia non può esser data. La mancanza di fiducia non trova origine nel fatto che il sottoscritto fa parte, assieme a pochi altri ad onor del vero, all’opposizione ma è frutto purtroppo della vostra scellerata condotta amministrativa. Da qui la seconda premessa.

    La seconda. Quell’amministratore che, a crollo del controsoffitto della palestra Marchetti, afferma che i controlli erano stati svolti quando poi si accerta che l’unico controllo era stato fatto circa 5 anni prima ed il controsoffitto della palestra non era stato controllato, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che, pur essendo prima autorità di protezione civile, non aggiorna la composizione del C.O.C. per anni ed anni per poi sostituire i responsabili di alcune funzioni il 5 maggio 2014, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che la sera prima fa approvare dal Consiglio comunale il bilancio con un avanzo di gestione e la mattina seguente fa approvare dalla propria Giunta una rettifica del bilancio con un disavanzo senza nulla dire ne al Consiglio ne alla Città, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa.

    Quell’amministratore che in dodici anni chiede per iscritto per ben due volte alla Provincia la disponibilità di procedere all’escavo del porto canale, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che, dopo una segnalazione da parte del sottoscritto della situazione di non a norma delle classi dell’Ipsia, si limita ad attendere che altri facciano quanto in loro dovere, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. E potrei continuare con altri esempi, come la promessa di realizzare il sottopasso a Borgo Molino, oppure come il promettere a due settimane dal voto del 31 maggio 2015 ad un grosso ente di promozione sportiva la proroga della gestione di un grosso impianto sportivo cittadino, il tutto senza svolgere quelle procedure ad evidenza pubblica richiesta dalla legge regionale. Il risultato non cambierebbe: voi come amministratori non meritate alcuna fiducia politica ed amministrativa.

    Fatte queste due doverose premesse, vengo al merito della pratica.

    Il mio voto contrario è motivato da molteplici aspetti, accomunati da diversi fattori.

    In commissione il Sindaco ha elencato tutta una serie di aspetti positivi, come quelli economici, ma di cui non vi è alcuna certezza. Dovremmo fidarci di quanto ci è stato detto, ma per i motivi di cui sopra, nessuna fiducia politica ed amministrativa potrà essere dal sottoscritto accordata a questa amministrazione. Alcuni consiglieri-commissari hanno elogiato il lavoro del gruppo di studio, a ragion veduta oppure fidandosi di quello che han letto, senza conoscere nel merito gli aspetti legislativi, giuridici ed economici collegati con questa “fusione per incorporazione”.

    Visto che il gruppo di lavoro è espressione della vostra maggioranza e l’opposizione, l’opinione pubblica ignora chi ne abbia fatto parte e chi ha materialmente redatto lo studio di fattibilità, chiedo ad ognuno di voi della maggioranza ed al segretario, conoscete la sentenza della Corte Costituzionale n. 50 del 26/03/2015?

    Avendo letto lo studio di fattibilità e non avendone trovato cenno, mi vien da dire di no.

    Prima di illustrarvi cosa ha detto la corte costituzionale, è necessario fare un passo indietro e dire che nello studio di fattibilità si richiama il comma 130 dell’art. 1 della legge n.56/2014 che prevede appunto la “fusione per incorporazione”, e che alle pagine 8 e 9 è riportato l’iter della procedura, iter che demanda alla Regione l’ultima parola su questo progetto.

    Ebbene, dovete sapere che la corte costituzionale con la sentenza n. 50 del 2015, rigettando l’eccezione di incostituzionalità del comma 130 che oggi ci interessa (si legga il punto 14 del dispositivo), ha ritenuto che solo la fusione che porta alla creazione di un nuovo comune con nuova personalità giuridica è di competenza regionale mentre la parola finale nella fusione per incorporazione spetta allo Stato.

    Nello specifico, la consulta ha affermato che “Allo stesso modo la disposizione (sub comma 130) relativa alla fusione di Comuni di competenza regionale non ha ad oggetto l’istituzione di un nuovo ente territoriale (che sarebbe senza dubbio di competenza regionale) bensì l’incorporazione in un Comune esistente di un altro Comune, e cioè una vicenda (per un verso aggregativa e, per altro verso, estintiva) relativa, comunque, all’ente territoriale Comune, e come tale, quindi, ricompresa nella competenza statale nella materia “ordinamento degli enti locali”, di cui all’art. 117, secondo comma, lettera p), Costituzione”.

    A mio modesto parere la delibera che voi voterete contiene aspetti che si pongono in contrasto con la normativa nazionale, avendo addirittura profili di illegittimità costituzionale se ad esprimersi sulla fusione per incorporazione dovesse essere la Regione e non lo Stato.

    Ovvio poi che se questo progetto dovesse invece essere ricondotto come “fusione” pura e semplice, allora la competenza sarebbe della Regione; ma allora nascerebbe un Comune con personalità giuridica diversa da quelli di Senigallia e Morro d’Alba. Che ciò avvenga per darle modo di ripresentarsi alle prossime elezioni, sindaco? Non lo so, forse sì forse no.

    Fossi in lei mi preoccuperei non tanto di arrivare in parlamento oppure in consiglio regionale ma di avvicinare i cittadini senigalliesi alla politica, quella buona, sana che guarda al vero bene comune. Lei potrebbe dire che l’ha sempre fatto, ed allora le anticipo la mia controreplica: guardi a quello che ha fatto nel passato, perché nel 2015 i risultati sono stati deludenti per la democrazia. C’è stato un aumento dell’astensionismo preoccupante (da 10.982 votanti in meno nel 2010, pari al 29,196% a 14.226 nel 2015 pari al 37,367%) oltre al fatto che lei ha perso rispetto al 2010 ben 1291 voti, e qualcosa questo vorrà pur dire.

    È poi di soli 7 giorni fa, del 27 agosto per l’esattezza, la notizia che nella nostra regione il comune di Fano si è appellato alla Corte in merito alla Legge Regionale che sanciva il distacco di una parte del suo territorio a favore del comune di Mondolfo è noto che la Corte deve ancora esprimersi ma, vista la sentenza 50, molto probabilmente accoglierà il ricorso.

    Attendo una risposta chiarificatrice da parte del segretario sotto il profilo giuridico e normativo, e da voi come maggioranza sotto il profilo politico-amministrativo.

    Grazie.

    Giorgio Sartini – Consigliere Comunale
    Lista civica Senigallia Bene Comune

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  • “I have a dream”: io ho un sogno

    PSV“I have a dream”: io ho un sogno.

    Questa breve frase del famoso discorso di Martin Luter King è entrata nella storia, divenendo il simbolo della capacità degli uomini di cambiare il mondo e soprattutto quando questo cambiamento sembra impossibile. Da allora, sappiamo che il sogno di un’umanità più giusta si può realizzare, anche se non tutto in una volta. Passo dopo passo fino ad arrivare ad un presidente degli Stati Uniti afroamericano.

    Tutti quanti abbiamo un sogno di bene e di giustizia, qualcuno più grande e qualcuno più piccolo. E anche se pochi sono quelli destinati alle missioni eroiche e straordinarie, come quelle di King (il quale ha pagato con la vita), non di meno è giusto credere che si può cambiare il mondo anche perseguendo tanti piccoli sogni di bene, come per esempio può essere quello di un cittadino senigalliese il quale sogna di abitare in una città ricca di verde.

    È ormai dimostrato ampiamente il beneficio che l’essere umano trae dal vivere in ambienti con una importante presenza della componente vegetale. I vantaggi che derivano dal considerare il verde in ambiente urbano un elemento fondamentale sono di tipo ecologico e ambientale, socio-economico, relazionale, estetico e psicologico.
    Nonostante ciò, le priorità degli amministratori comunali in materia di urbanistica sembrano essere altre e mattone dopo mattone il nostro cittadino è sempre più frustrato.

    Tutte le aspettative che egli aveva riposto negli interventi sulle aree derivanti da demolizioni o oggetto di interventi di riqualificazione per la città dal punto di vista della presenza di parchi e aeree verdi come previste dal Piano Strutturale del Verde sono state sistematicamente disattese.

    BoscoCesanellaUna dopo l’altra sono evaporate: quelli che dovevano essere i parchi di Cesanella e Saline sono divenuti dei simil impianti di arboricoltura da legno (la gente li chiama i cimiteri di guerra), l’ex Sacelit non si sa come andrà a finire, ma tutto meno che un parco per carità; piazza del duomo poteva divenire un vero gioiello se, oltre a liberare alla vista le facciate dei palazzi al posto di una pavimentazione insignificante dal punto di vista estetico e oltretutto foriera di sterili anacronistiche polemiche, si fosse optato per la realizzazione di quanto previsto proprio dal PSV, ovvero alberi a portamento colonnare sugli angoli, in modo da non nascondere le facciate, e verde orizzontale sul resto della piazza.

    Ma il dogma Cervellati è prevalso insieme all’insensato conservatorismo del passato tal quale: via il verde da dentro le mura…altro che Pio IX. Certo che nei secoli passati non avevano bisogno del verde dentro le mura, il costruito era infinitesimo rispetto alla natura! Il nostro imperterrito cittadino sognatore chiude gli occhi e la vede questa piazza bellissima: un giardino adornato dalle facciate settecentesche!

    Riapre gli occhi e pensa allo strano modo in cui sono andate le cose: prima sono stati abbattuti gli alberi perché malati come indicato dal PSV (ma allora quando fa comodo lo leggono) dicendo che ne avrebbero rimessi di nuovi, in numero inferiore ma sani. Gli alberi sarebbero stati nelle zone adibite a parcheggio.

    PiazzaGaribaldiPoi si ricorda che durante i lavori nessuna buca di impianto veniva lasciata e che aveva cominciato a nutrire dubbi sulla presenza futura degli alberi, pur rassicurato dal rendering grafico che continuava a campeggiare sulla porta del comando di polizia municipale. Poi effettivamente si venne a sapere che uno U.F.O (oscuro funzionario non identificato) aveva deciso di mettere gli alberi in vaso invece che in piena terra. E con gli alberi se ne sono andati pure i parcheggi.

    Infine all’inaugurazione ancora niente vasi e niente alberi. Il cittadino sognatore trova interessantissima questa evoluzione del politicante pragmatico: prevenire la nascita dei noiosissimi comitati con progetti rassicuranti che poi vengono cambiati e stravolti senza coinvolgimento pubblico e secondo il gusto di un U.F.O. qualsiasi. Risultato fantastico: nessun comitato, nessuna protesta per alberi e parcheggi.

    A questo punto però mentre il cittadino sognatore pensa a questa strategia davvero efficace del politicante pragmatico viene assalito da un terrore improvviso. Si ricorda infatti che lui ha ancora un ultimo sogno piccolissimo, quello relativo all’area dello stadio Bianchelli. Lì è stato suggerito dal PSV di proseguire idealmente il parco della Pace e contemporaneamente trasferire lo stadio comunale potenziando quello esistente alle Saline che è di fatto già il polo sportivo della città.

    Ora, sempre il cittadino sognatore, ha il terrore che il politico pragmatico e lo zelante l’U.F.O ripropongano la stessa strategia. Si sentono già voci di nuovi centri commerciali, di parcheggi… nessuno parla di verde. Ma il cittadino sognatore non si vuole rassegnare e coltiva ancora la speranza in una politica più capace di ascolto e di costruire una città più verde, più a misura d’uomo.

    I still have a dream

    Gruppo Consigliare Senigallia Bene Comune

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  • Cosa vuol dire per S.B.C. fare politica

    20140504-consiglio-comunale-alluvione-2La politica per noi è un’altra cosa

    A quasi un anno dalle elezioni amministrative Senigallia Bene Comune ha, con fatica ed impegno, affrontato tutte le difficoltà che derivano dall’essere una vera forza di opposizione. Come consigliere di opposizione è corretto fare un bilancio del modus operandi di una maggioranza infaticabile nell’apparire e presa dal principio del piacere piuttosto che dal principio di realtà.

    Senigallia Bene Comune ha assunto fin dal suo insediamento (il primo) questo impegno: rimanere nel merito delle cose. A differenza della maggioranza che esprime il proprio voto favorevole in base a chi presenta le proposte, a prescindere dal merito della questione.

    Mi ricordo bene la mozione bocciata dalla maggioranza il 15/09/2015 (su 14 voti contrari, solo il sindaco si è degnato di prendere la parola per dire che la situazione era nota e che non ci avrebbe perso tempo) sulla ricognizione delle nostre strade. Poi è purtroppo successo ciò che non avremmo voluto.

    Questione piste ciclabili. In Consiglio la maggioranza bocciò una nostra mozione per porre in studio di fattibilità la pista ciclabile Vallone-centro; tale era il disinteresse per questo argomento che non venne neanche inviata in Commissione. Al contrario il sottoscritto ha recentemente votato a favore del rinvio in Commissione della mozione presentata dal Consigliere di maggioranza Mauro Bedini relativa alla pista ciclabile MarzoccaSenigallia. Ciò perché a differenza di altri valuto il merito delle questioni e la loro rilevanza per la città, a prescindere da chi le presenta.

    Da ultimo attendo ancora, sulla questione C.O.C. e revisione del Piano di emergenza comunale, le risposte del Sindaco alla interrogazione a risposta orale presentata identica negli ultimi due Consigli comunali: una cosa a dir poco imbarazzante.

    Nel mezzo tanti argomenti affrontati tra cui l’aver sollecitato una maggior attenzione dell’arredo urbano volto a contrastare l’inquinamento dovuto all’abbandono delle cicche di sigarette. E ancora. Perché alla nostra domanda “come mai alcune nostre mozioni, pur condivisibili nel merito, le avete bocciate” (neanche mandate in commissione per un approfondimento), ci è stato risposto “perché non potete venire a fare i primi della classe”?

    Ma questo è appunto lo stile di questa maggioranza: bocciare andando contro qualcosa di così ovvio come la realtà per il solo fatto che la proposta viene da una forza di opposizione. Oltre che infantile un tale atteggiamento è prima ancora offensivo per i senigalliesi, ed il massimo che la maggioranza riesce a fare è concedere il patrocinio dell’ente a singole iniziative (senza essere il primo promotore) e mettere la firma su progetti altrui. Lei Sindaco definisce chi critica certe scelte come “cerebralmente impunito” oppure arriva ad affermare che i comitati lei li ha uccisi tutti, salvo poi tentare di rimediare dicendo che per “uccidere” intendeva “ascoltare“.

    Il vostro livello di trasparenza è imbarazzante; basta vedere le delibera di giunta con cui affidate incarichi legali esterni, in cui richiamate i preventivi pervenuti dal legale a cui avete affidato l’incarico senza però indicare la benché minima cifra.

    Lei vuole talmente tanto la trasparenza che ha esortato il sottoscritto a non abusare della propria posizione di Consigliere nell’esercitare quello che è un sacrosanto diritto: l’accesso atti.

    Se Senigallia Bene Comune ha avuto inizio è anche perché abbiamo visto come vi siete comportati nei precedenti anni: dalla gestione del bacino Misa/Nevola, alla manutenzione (assente) della palestra Marchetti.

    Lei, Sindaco, ha in ogni sede affermato che il Comune non ha la gestione del fiume; ma si è dimenticato di dire, ad esempio, che è stato lei a firmare l’ordinanza con cui autorizzava il taglio di oltre 660 alberi di specie protetta presenti nel fiume. Ora sorge spontanea una domanda: visto che il Comune è per legge regionale l’ente che deve autorizzare questo tipo di intervento, perché non lo ha fatto prima? Sempre che quegli alberi si dovessero tagliare, vista l’incidenza che ha la loro presenza sul tempo di corrivazione.

    Vogliamo poi parlare del dragaggio del tratto finale del porto-canale? Dal 2004 al 2016 avete chiesto alla Provincia la “disponibilità”, testuali sue parole nella lettera del 07/04/2004 (prot. n. 20943) per ben due volte. In dodici anni lei ha scritto alla Provincia due volte nel 2004. Troppa grazia.

    Che dire della palestra Marchetti. Nonostante venne svolto un sopralluogo il 29/10/2009, presente anche il Dirigente Roccato, al termine del quale venne sollecitato come urgente la sostituzione del controsoffitto presente negli spogliatoi (spesa prevista per gli interventi “gravi” 45.000,00 euro), il Comune ha pensato bene di……tinteggiare le aule. Della palestra non si fa alcun cenno nel verbale, per il semplice fatto che non venne controllata; oggi i lavori previsti ammontano ad oltre 500.000,00 €. Su quanto accaduto dobbiamo ringraziare la Provvidenza che il crollo non abbia provocato anche solo feriti.

    Immobilismo puro (basti vedere le mancate sostituzioni all’interno del C.O.C.), fino all’infausto evento del 3 maggio 2014. Solo dopo vi siete svegliati da questo torpore e vi siete accorti che Senigallia è attraversata da un fiume. Ma attendere per riaprire il collegamento tra fiume e porto, rifare i ponti cittadini a campata unica, dragare la parte terminale del fiume, sperando che passino ancora 35-40 anni prima di una nuova alluvione, non è immobilismo è incoscienza amministrativa.

    Poi per carità, voi siete più bravi in campagna elettorale a promettere e poi non mantenere (si veda il sottopasso di Borgo Molino), a controllare il territorio e l’espressione di voto, a presidiare i seggi, a fare il porta-porta.

    Poi però, una volta presi i voti, vi dimenticate dei problemi. Tirate a campare, ma solo politicamente, in attesa di eventuali promozioni. La disaffezione alla politica e l’astensionismo delle ultime elezioni, dovrebbero condurvi ad una riflessione su come controllate e non governate questa città. Perchè il punto è proprio questo: il controllo.

    La politica è un’altra cosa ed è da un’altra parte. La politica sana è quella che governa per il bene di un territorio, senza pensare alle prossime elezioni. Ma della questione morale ne avete abbastanza perché a voi interessa prendere un’esigua maggioranza di voti, anche fosse uno solo (che in realtà è sempre una minoranza visto il livello di astensione) per gestire un sistema di potere, di prebende.

    A lei ha interessato essere “più forte dell’alluvione”, in attesa di volare verso altri lidi di partito.

    Ma mi auguro che arrivi un giorno in cui i cittadini, vostri elettori, capiranno che se sotto elezioni ad un cittadino promettete 10 poi, se eletti, non solo non farete quel 10 ma ne riprenderete indietro il doppio in termini di tasse.

    Giorgio Sartini
    Consigliere comunale

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  • Protezione civile: il sindaco non risponde, perché?

    FiumeSicuro4Con la nostra ultima interrogazione (allegata), avremmo voluto sapere dal Sindaco:

    • “con quale atto, indicando tipologia di atto, data di adozione e protocollo è stato integrato l’organigramma del C.O.C.”, in considerazione della carenza di cinque unità alla data dell’alluvione;
    • “se e quando è stata avviata la procedura per rivedere il Piano di Emergenza alla luce di quanto avvenuto il 03/05/2014, prevedendo la sua applicazione ai territori già classificati nel P.A.I. come R3 ed alle zone drammaticamente colpite dall’evento alluvionale del maggio 2014”;
    • e “se e quando è stata avviata la procedura per rivedere il Piano di Emergenza alla luce di quanto avvenuto il 03/05/2014, prevedendo di sanare le criticità emerse dai lavori della Commissione Speciale”.

    Il Centro Operativo Comunale “alla data del 3 maggio 2014 risultava essere ancora quello nominato dal Sindaco Angeloni il 20 dicembre 2002. Essendo trascorsi undici anni e mezzo da allora, alcuni componenti sono andati nel frattempo in pensione senza essere sostituiti:

    • ​il responsabile supplente della Funzione 2 (Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria);
    • ​il responsabile e il responsabile supplente della Funzione 7 (Strutture Operative Locali e Viabilità);
    • ​il responsabile e il responsabile supplente della Funzione 9 (Assistenza alla Popolazione).”;

    (relazione di minoranza del Presidente della citata Commissione Speciale pag. 8).

    La stessa Commissione ha evidenziato alcune criticità del Piano di Emergenza ed in considerazione di ciò avremmo voluto sapere se ed in che modo il Comune ha avviato l’iter per superarle.
    Queste tre semplici domande, ma che riguardano argomenti importantissimi come la sicurezza dei cittadini, sono rimaste prive di risposta da parte del Sindaco.
    Il Sindaco nel prendere la parole ha esordito con un più che eloquente “Cosa le devo dire?”; ci sarebbe piaciuto ricevere risposte precise, anziché il solito sproloquio privo di contenuti e ricco di un politichese vecchio ed arrogante.
    Avremmo voluto avere delle risposte precise, nell’interesse della Città.
    Invece il Sindaco ha concluso l’intervento promettendo che le risposte arriveranno in maniera scritta; siccome da novembre stiamo ancora attendendo la risposta scritta in merito alla questione della convenzione con la U.S. Vigor, temiamo che anche questa cada nel dimenticatoio.
    Ma, visto l’argomento, pretenderemo una risposta scritta.

    Senigallia Bene Comune
    Giorgio Sartini
    Consigliere comunale

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  • Sì al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni in mare

    referendum17aprileLa lista civica Senigallia Bene Comune condividendo lo spirito del referendum, volto a coinvolgere i cittadini su temi ambientali importanti, invita tutti ad andare a votare per il Sì il 17 aprile al referendum contro le trivellazioni in mare.

    Cosa chiede il quesito referendario? Nel quesito referendario si chiede: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?». Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri).

    Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria del sì bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Tra gli altri saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni) nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano. (fonte www.internazionale.it).

    Il governo italiano e soprattutto il PD per voce della segreteria nazionale furbescamente invita all’astensionismo in modo che non venga raggiunto il quorum che, come sappiamo, è determinante per la validità dello stesso referendum. Tutto questo in barba al fatto che i dieci consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise (che rappresentano i due terzi delle regioni costiere) hanno deliberato a favore del referendum anti-trivelle.

    Riguardo al nostro mare Adriatico Senigallia Bene Comune per voce del suo consigliere comunale Giorgio Sartini si era già espressa ritenendo che il vero problema è il non permettere alcuna attività estrattiva o di stoccaggio in nessun punto dell’intero bacino del mare Adriatico. La tipologia del nostro mare infatti è talmente particolare che risulta disporre di grandi risorse economiche, spiagge vellutate, fondali degradanti quasi ovunque lentamente, elevata pescosità e grandi varietà di specie ittiche e molluschi. Non possiamo permettere che il primo incidente di percorso lo distrugga irrimediabilmente per secoli. Ma ai politici tutto questo sembra non interessare (si vedano gli ultimi eventi di politica nazionale) perché si devono accontentare gli interessi economici di poche aziende sfruttando le risorse naturali che sono risorse di proprietà di tutti noi cittadini. Ci permettiamo di citare in questo contesto il giornalista e scrittore Antonio Padellaro che sul Fatto Quotidiano online del 2 aprile scrive:

    “…Senza contare che tutto questo manovrare, manipolare, inquinare e brigare alle spalle dei cittadini mi consente di guardare sotto una nuova luce l’oggetto stesso del referendum. Che oltre all’abrogazione di una norma perniciosa sulla trivellazione permanente delle acque, investe il concetto stesso di bene pubblico, di bene comune, mai come in questi tempi rinnegato e mortificato dalle prepotenze che un governo per i pochi infligge alla democrazia dei molti. Forse il 17 aprile non ce la faremo a vincere ma che almeno questo No (ma sulla scheda bisognerà scrivere Sì) risuoni il più forte e il più chiaro possibile”.

    Questa è anche la nostra posizione e il nostro pensiero.

    Lista Civica Senigallia Bene Comune

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